ENI ha raggiunto l'accordo con Energy Infrastructure Partners (EIP) per la
cessione del 10% di Plenitude, la sua controllata nelle energie rinnovabili. Secondo una nota societaria, il prezzo è stato stabilito in
700 milioni di euro, il che valuta l'azienda circa 8 miliardi di euro, con l'enterprise value che sale a oltre 10 miliardi di euro includendo il debito. L'ingresso di EIP avverrebbe per mezzo della sottoscrizione di un aumento di capitale.
Nella giornata di oggi è prevista la firma tra il gruppo guidato da Claudio Descalzi e il player svizzero, mettendo il punto esclamativo a una trattativa che dura da circa un anno. Dopo questa operazione,
ENI ha in mente di quotare Plenitude in Borsa, con l'
IPO che potrebbe già avviarsi nel 2024. Il debutto nei mercati azionari sarebbe dovuto avvenire già lo scorso anno, ma il gruppo ha preferito rinviare l'appuntamento a causa della crisi energetica che aveva profondamente scosso i mercati stessi.
Plenitude: cos'è e cosa fa
Plenitude è una società nata il 1° luglio 2017 a seguito della trasformazione della precedente divisione Gas&Power di ENI, che la controlla per il 100%. L'azienda fornisce gas ed elettricità a famiglie e imprese con la produzione di energie rinnovabili. Offre inoltre la gestione delle colonnine di ricarica per i veicoli elettrici.
Plenitude è la prima entità nel settore dell'energia in Italia ad adottare la dicitura di Società Benefit, rimarcando l'impegno a sostenere l'integrazione dell'energia rinnovabile nelle attività di ENI. Alla guida di Plenitude vi sono dal 5 novembre 2021 Rita Marino come presidente e Stefano Goberti nella veste di amministratore delegato.
Plenitude: cosa significa la cessione per ENI
Gli obiettivi di ENI con la cessione di Plenitude vertono innanzitutto sul fatto di trovare un partner in prospettiva di rendere pubblica la società attraverso il processo di IPO e in secondo luogo per ottenere liquidità da poter utilizzare negli investimenti aziendali.
Grazie all'operazione "esplicitiamo il valore di Plenitude, ne rafforziamo la struttura finanziaria per supportare ulteriormente la sua transizione energetica e il suo percorso di crescita e stabiliamo una partnership di lungo termine con un investitore finanziario di primario livello internazionale in grado di contribuire alla ulteriore creazione di valore da parte di Plenitude", commenta nella nota l'amministratore delegato di ENI Claudio Descalzi. "Infine, miglioriamo ulteriormente la struttura del capitale di ENI, riducendo il leverage netto consolidato e rafforzando la base patrimoniale", aggiunge.
Questa estate Jefferies aveva definito la cessione come un'opportunità per gli investitori di "valutare un modello di business che in questo momento non ha rivali tra le società quotate". Al riguardo, la banca di investimento americana ha assegnato un valore compreso tra 8 e 12 miliardi di euro.