La mano lunga delle Autorità cinesi arriva anche nel settore dei semiconduttori, che è stato uno di quelli cresciuto di più in questo ultimo anno e mezzo per via della carenza di chip. La notizia è stata annunciata da parte di un'emittente cinese, secondo la quale Pechino è in prima linea per arginare le speculazioni sul mercato dei microchip.
La presa di posizione del Governo giunge al termine di una indagine di questo mese relativa a una possibile manipolazione del prezzo dei chip. In sostanza, alcuni produttori avevano approfittato della crisi dei componenti per aumentare in maniera sconsiderata i prezzi di vendita.
La reazione in Borsa dei titoli legati a semiconduttori è stata rovinosa. Nella Borsa di Hong Kong Semiconductor Manufacturing International Corp ha perso il 4,97%, così come Hua Hong Semiconductor che è precipitata dell'5,6%. Sell-off violento anche a Shanghai, dove Will Semiconductor ha perso il 5,73% e Hubei Tech Semiconductor ha chiuso la seduta a -3,3%.
Cina: chi finirà ora nella lista nera di Pechino?
Pechino quindi non risparmia nessuno. Negli ultimi mesi ha deciso di lottare senza esclusioni di colpi contro le grandi aziende cinesi operative in ogni settore, in particolar modo quelle tecnologiche. Dapprima le Authority si sono scagliate contro Ant Group, la controllata di Alibaba, mandando all'aria la quotazione plurimiliardaria della società di Jack Ma a Wall Street. Poi è stata la volta di Didi Chuxing, che appena due giorni dopo lo sbarco nella Borsa americana si è vista esclusa dagli App Store delle più grandi tech operanti in Cina.
A farne le spese sono state anche Meituan, il colosso della consegna di cibo online per abuso di posizione dominante, e Tencent per una questione legata alla sicurezza dei dati. Ultimamente nel mirino è finito il settore del tutoraggio scolastico a causa di uno dei capisaldi su cui si basa tutta la repressione di Pechino, ossia quella dell'uguaglianza dei diritti.
Ora è toccato ai produttori di chip, ma l'atteggiamento della Cina con ogni probabilità proseguirà in questa direzione, andando a colpire altri settori e destabilizzando un sistema generale che, da quando è iniziato tutto, risulta visibilmente provato.
Secondo gli analisti i prossimi a entrare nella lista nera del Dragone potrebbero essere i giochi digitali, le sigarette elettroniche e le proprietà immobiliari, sui quali un assaggio lo si è avuto nei giorni scorsi con alcune indiscrezioni. Queste ultime si riferiscono in particolare all'influsso negativo per gli adolescenti riguardo i giochi online e la possibilità che la Cina tassi il settore immobiliare per frenare la crescita dei prezzi delle case.
Cina: le ripercussioni delle repressioni delle Authority su altri settori
Quali ripercussioni avrà la mossa del Dragone di penalizzare l'industria dei semiconduttori? Sicuramente tutte le aziende che si riforniscono di microchip saranno sotto la lente degli investitori in questo momento.
In particolar modo le case automobilistiche cinesi, che importano circa il 90% dei chip di cui necessitano nella costruzione delle auto. Quindi NIO, XPeng e Li Auto saranno attentamente monitorate oggi a Wall Street per capire se i provvedimenti di Pechino avranno qualche impatto sulle quotazioni. Nel pre-market tutti e 3 i titoli si trovano in rosso con perdite fino all'1%.