Cosa sta succedendo alle Big Tech a Wall Street? Il feeling tra gli investitori e le grandi aziende tecnologiche sembra essersi spento: da inizio 2025, solo Meta Platforms sta ottenendo risultati dignitosi tra le Magnifiche Sette. Secondo i dati riportati da Goldman Sachs, gli hedge fund hanno scaricato i titoli del blocco al ritmo più veloce da aprile 2023.
Se da un lato tutto ciò è anche fisiologico dopo la cavalcata arrembante del settore tecnologico negli ultimi anni, da un altro sorprende guardando agli utili del quarto trimestre 2024. Questi sono stati migliori del previsto per il gruppo delle sette grandi aziende tech americane. Evidentemente non è abbastanza. O quantomeno, il mercato è preoccupato da alcuni aspetti negativi tra cui spiccano le valutazioni delle azioni, arrivate a un livello molto elevato rispetto agli utili previsti. Non sono in pochi a essere convinti che la crescita sarà rallentata nelle prossime trimestrali.
In tutto ciò
l'intelligenza artificiale riveste un ruolo centrale. La nuova tecnologia ha dato una spinta straordinaria alle azioni in Borsa, con il mercato che ha scontato un ritorno eccezionale dai grandi investimenti delle Big Tech. Verso la fine di gennaio, però, è successo qualcosa che ha cambiato il modo di vedere le cose: la startup cinese
DeepSeek ha presentato un modello AI (Artificial Intelligence) a basso costo ma altamente performante. Questo rischia di tramutarsi in un colpo micidiale per le megacap che hanno speso decine di miliardi per l'intelligenza artificiale e ora potrebbero riscontrare l'inutilità dei propri sforzi.
Wall Street si sta allontanando dalle Big Tech anche perché gli operatori temono l'atteggiamento troppo aggressivo del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sul versante dei dazi. Proseguendo di questo passo, l'inquilino alla Casa Bianca potrebbe far riesplodere l'inflazione e costringere la Federal Reserve a tenere alti i tassi di interesse almeno per quest'anno. I rendimenti elevati non sono mai un alleato per la tecnologia.
Big Tech: cosa fare con le azioni?
In questo momento, gli esperti di mercato sono suddivisi tra coloro che preferiscono monetizzare vendendo le azioni e quelli che invece guardano più lontano e confidano in una ripresa del rally. L'orizzonte temporale di un investitore, quindi, potrebbe essere decisivo nella scelta. Nel breve termine non si esclude un forte ritracciamento, mentre se si estende il periodo preso a riferimento si potrebbero fare altre considerazioni.
Mark Luschini, Chief investment strategist di Janney Montgomery Scott, osserva come in periodi passati di stress economico, gli investitori si siano spessi rivolti alle Big Tech come forma di sicurezza grazie "ai loro bilanci solidi, alle posizioni dominanti sul mercato e agli enormi flussi di cassa". Ora, però, questa veste di bene rifugio è un po' venuta meno "a causa delle perplessità sulla spesa per l'intelligenza artificiale e sulla crescita futura dei profitti".
L'esperto mette in gioco la possibilità che si tratti di un fenomeno temporaneo, ma sottolinea come l'umore del mercato sia passato da ottimista a più cauto o addirittura pessimista. Ad ogni modo, Luschini ritiene poco probabile che le azioni delle Big Tech rimangano sotto pressione a lungo, nonostante il sentiment deteriorato. "Alla fine arriveremo a una situazione in cui gli investitori diranno che si tratta delle migliori aziende con grandi fossati competitivi", ha chiosato.
Jordan Klein, specialista del settore tecnologico presso Mizuho Securities, evidenzia come i guadagni trimestrali delle Big Tech siano stati tutt'altro che terribili, ma che "c'è poca pazienza e molta frustrazione" tra gli investitori. A suo avviso, in un contesto in cui c'è stata una serie di dati economici deludenti - su inflazione, fiducia dei consumatori e vendite al dettaglio - e i multipli rimangono elevati, il mercato resta in apprensione.
Ed Egilinsky, Amministratore delegato di Direxion Funds, punta invece il dito sull'intelligenza artificiale. "DeepSeek dovrebbe farvi riflettere sull'AI e sull'eventualità che tutto questo capex venga ridotto", ha affermato riferendosi alle spese che le Big Tech stanno sostenendo sulla nuova tecnologia. "Ciò ha contribuito al reset e alla rivalutazione all'interno delle azioni tecnologiche, in particolare dei nomi esposti all'intelligenza artificiale".