Beyond Meat: cosa fare col titolo in Borsa dopo il -90% | Investire.biz

Beyond Meat: cosa fare col titolo in Borsa dopo il -90%

18 gen 2023 - 14:00

18 gen 2023 - 14:06

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In questo articolo scopriamo il perché della perdita di fiducia da parte nel mercato su Beyond Meat e cosa fare con il titolo BYND in Borsa

A gennaio 2021 il titolo Beyond Meat, azienda che produce carne a base vegetale, quotava circa 200$ per azione. Oggi, dopo appena 2 anni, le azioni dell’azienda prezzano 15$, al -90% rispetto ai massimi del 2021.

 

 

Cosa ha spinto le azioni BYND così in basso?

Beyond Meat è un'azienda che produce sostituti della carne a base vegetale, con gusto ed aspetto identico a quello della carne “originale”. Fondata nel 2009, la missione dell’azienda è quella di sostituire le proteine animali con quelle vegetali, come dichiara lo stesso CEO, Ethan Brown.

L’idea sembrerebbe rivoluzionaria, e forse lo è. Tanto che in pochi anni il marchio è diventato molto conosciuto, per lo meno negli Stati Uniti, e ha ricevuto l’endorsement di diverse celebrità. Nomi del calibro di Leonardo di Caprio e Snoop Dogg.

Anche noi di Investire.biz abbiamo visto in Beyond Meat un'opportunità di investimento, tanto che siamo stati i primissimi a provare la carne finta, quando ancora in Italia non era disponibile… Era maggio 2019 e siamo andati fino a Cipro per provare questi hamburger.

Ma non solo. Oltre che sul piano del marketing, l’azienda sembra muoversi piuttosto bene anche a livello strategico. Nel corso degli anni ha instaurato partnership sia con diversi supermercati, come Whole Foods, sia con varie catene di fast food, tra cui Subway, KFC e McDonalds.

Tutto questo ha portato ad una IPO in pieno hype per l’azienda, che si è quotata nel maggio 2019. I prezzi di partenza erano fissati a 66$, ma nel giro di 3 mesi hanno raggiunto i 230$ per azione, mettendo a segno uno straordinario +250%.

 

 

Cosa è andato storto

Pochi mesi dopo però sono iniziate le prime notizie negative per il titolo. Molti dirigenti infatti hanno fatto cashout, vendendo grandi fette di azioni da loro detenute. Un primo segno di sfiducia per gli investitori, primo di una lunga serie come vedremo tra poco.

Ma per capire cosa è andato storto per l'azienda dobbiamo guardare i bilanci. Come moltissime aziende "growth", anche Beyond Meat basa il suo modello di business sulla crescita dei fatturati, senza dare troppo peso ad eventuali debiti accumulati nella fase di crescita.

Solo in un secondo momento, quando queste aziende avranno raggiunto alti livelli di fatturato, metteranno mano ai costi per innalzare la produttività e i margini raggiungendo la parità di bilancio.

Giusto per fare un esempio, Amazon ha viaggiato intorno alla parità, con margini bassissimi intorno all’1%, fino al 2018, reinvestendo quasi tutte le entrate per acquisire e consolidare i vantaggi strategici sui propri competitor. Seguendo questa logica Beyond Meat ha registrato utili per azioni negativi fino al 2020.

Il trend è continuato secondo questo schema, ma a metà del 2020, a seguito di buone trimestrali con fatturati in netta crescita, l’azienda sembrava aver trovato la quadra, arrivando quasi alla parità di bilancio tra il primo e il secondo trimestre del 2020.

 

Fatturati e guadagni in EPS di Beyond Meat
Fatturati e guadagni in EPS di Beyond Meat

 

Ma a partire dal 2021 è iniziato un tracollo, con l'incremento del fatturato che è appiattito e le perdite hanno iniziato ad accumularsi. Il 2021 infatti è stato anche l’anno in cui il passivo dell’azienda è esploso, passando da appena 100 milioni di dollari nel 2020 ad oltre 1 miliardo nel 2021.

 

Beyond Meat, passivi. Fonte: Bloomberg.
Beyond Meat, passivi. Fonte: Bloomberg.

 

E nell’ultima trimestrale rilasciata a novembre i fatturati si sono rivelati in netta contrazione, con solamente 82 milioni di dollari di ricavi contro i 114 previsti dagli analisti, con un calo di oltre il 10% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno e di oltre il 40% rispetto al trimestre precedente.

 

Timestrali Beyond Meat. Fonte: Investing.com.
Trimestrali Beyond Meat. Fonte: Investing.com.

 

Competitor ed errori strategici

A differenza di 10 anni fa, quando Beyond Meat era forse l’unico marchio di punta nel settore dei sostituti vegetali della carne, oggi sono entrati molti competitor nel mercato. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, nel terzo trimestre del 2022, mentre Beyond Meat subiva la contrazione di fatturati di cui abbiamo appena parlato, uno dei suoi principali competitor non quotati in Borsa, Impossible Foods, registrava una crescita del giro d'affari pari quasi al 50%.

Ma non finisce qui. Sempre secondo un’intervista del Wall Street Journal fatta a dipendenti di Beyond Meat, sembrerebbe che la maggior parte del debito dell’azienda sarebbe stata accumulata a causa di errori banali.

Uno degli esempi più eclatanti rivelato da questi dipendenti rimasti anonimi ha visto protagonista proprio il CEO Ethan Brown, che avrebbe ordinato di stampare grandi quantità di etichette prima che i prodotti fossero effettivamente approvati per la commercializzazione, andando ad appesantire i costi.

Errori che sembrano incredibili, ma in linea con altri errori resi pubblici dall’azienda.

Nel primo trimestre del 2022 infatti, per combattere la crisi profonda in cui è finita, l’azienda ha dichiarato di aver lanciato sul mercato un prodotto, il Jerky, simile a carne essiccata, nonostante avesse costi di produzione altissimi, “sperando” di migliorare il processo produttivo nella seconda metà del 2022.

 

Jerky di Beyond Meat
Jerky di Beyond Meat

 

Mosse abbastanza disperate, che hanno portato l’azienda ad annunciare tagli al personale pari al 19% della forza lavoro ad ottobre, nella speranza di ridurre i costi.

Tutto quello che abbiamo visto ha portato il titolo a perdere oltre il 90% ed il futuro per Beyond Meat rimane incerto. Con le prospettive di un’economia in rallentamento per gli Stati Uniti nel 2023 e il taglio della forza lavoro il rilancio dell’azienda non sembra sicuramente facile.

Inoltre il management, ed in particolare il suo CEO Ethan Brown, si sono rivelati non all’altezza come abbiamo visto, con errori banali che hanno sfiduciato ancora di più gli investitori, già insospettiti dalle vendite di azioni da parte dei dirigenti.

La più grande sfida rimane quella di mettere un freno alle perdite e di cercare di ridurre il debito nei prossimi anni, attraverso un taglio dei costi di produzione e un aumento del fatturato, quest’ultimo fattore cardine per una ripresa dell’azienda che ha sicuramente bisogno di un flusso di cassa maggiore per poter sperare di riprendersi.

 

 

Cosa fare con le azioni ora?

Nonostante il titolo possa perdere ancora valore, per shortarle è tardi, l’operazione risulterebbe troppo rischiosa al momento. Per quanto riguarda un buy invece non mi sento di consigliarlo, visto che tutti gli insider sono ormai 2 anni che vendono azioni, segno che non credono nel potenziale di ripresa dell’azienda.

L’aziende potrebbe trovare nuovi spunti solo se venisse acquistata e il management, che ha dimostrato di essere inadeguato, fosse sostituito.

Peccato perché l’idea è rivoluzionaria e l’azienda avrebbe del potenziale ma questo si è rivelato un classico esempio di azienda gestita veramente male che purtroppo non ha saputo sfruttare una grande intuizione.

Aspettiamo la quotazione di qualche competitor per magari trovare occasioni interessanti sul settore.

 

 

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