La fusione tra UniCredit e MPS si appresta ad entrare nelle settimane decisive. Secondo diverse indiscrezioni di stampa, la banca guidata da Andrea Orcel dovrebbe prendere una decisione il prossimo 27 ottobre, quando il Consiglio di Amministrazione si riunirà per l’approvazione dei conti del 3° trimestre 2021. Ricordiamo come al momento il 64,2% del capitale dell’istituto senese è controllato dal Tesoro italiano.
UniCredit-MPS: necessario un aumento di capitale da 3 miliardi?
Di recente un’indiscrezione riportata da Bloomberg ha sottolineato come Banca Monte dei Paschi di Siena potrebbe necessitare di un aumento di capitale da 3 miliardi di euro da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze al fine di rendere più fluida la cessione.
La fusione è distante dal compimento, in quanto UniCredit potrebbe togliersi dal deal se non verranno esaudite le sue richieste tra cui la crescita dell’utile per azione e l’impatto neutrale sulla posizione patrimoniale.
UniCredit-MPS: per lo Stato un nuovo costo da 7 miliardi di euro
Le condizioni poste in essere da UniCredit per concludere la privatizzazione di Banca Monte dei Paschi di Siena potrebbe costare allo Stato italiano oltre 7 miliardi di euro nel caso in cui l’istituto di Piazza Gae Aulenti dovesse acquistare il pacchetto più grande di MPS.
Non solo. Ulteriori indiscrezioni di stampa mettono in luce come il Tesoro starebbe pensando di negoziare con la Commissione Europea una proroga di 6 mesi per la scadenza fissata per la privatizzazione della banca senese. In questo modo si avrebbe tempo fino a metà 2022 per trovare un accordo con UniCredit.
La posticipazione non dovrebbe creare troppi problemi alle autorità europee, vista l’autorevolezza rivestita da Mario Draghi come Presidente del Consiglio. Puntando su questa decisione, il Governo starebbe studiando di prolungare di altri 6 mesi la norma che permette di trasformare le DTA in crediti fiscali nell’eventualità di un’aggregazione. Gli analisti evidenziano come i benefici derivanti dai deferred tax asset arriverebbero a 2,3 miliardi di euro.
UniCredit-MPS: i nodi da risolvere
Per il compimento della fusione tra UniCredit ed MPS vi sono diverse questioni da risolvere, in particolare quelle relative alla qualità dei crediti, il personale e i rischi legali. Per la stampa nazionale la soluzione sarebbe identificata nel cosiddetto “spezzatino”: le filiali del Sud Italia verrebbero rilevate da Mediocredito Centrale con UniCredit che si occuperebbe di Widiba (la banca online) e delle altre filiali del Centro e del Nord del Paese. Non verrebbero inclusi negli accordi MPS Capital Services, il leasing, il factoring e il consorzio operativo.
UniCredit: analisi tecnica e livelli trading
Da un punto di vista grafico, le quotazioni di UniCredit continuano la correzione iniziata dopo il test della resistenza orizzontale a 12,18 euro, lasciata in eredità dai minimi del 18 novembre 2019. I prezzi si trovano ora al test del supporto fornito dalla linea di tendenza ottenuta collegando i massimi del 21 luglio 2020 e dell’8 giugno 2021.
Se questo intorno dovesse essere violato, si potrebbe assistere ad un’accelerazione dei corsi verso la soglia psicologica degli 11 euro, dove passa il livello statico espresso dai top dell’8 giugno 2021. Al contrario, un segnale positivo si avrebbe nell’eventualità in cui le quotazioni dovessero effettuare la violazione dell’ostacolo menzionato prima. In tale eventualità si potrebbe assistere ad un riassorbimento del gap down aperto dal 24 febbraio 2020, a 14,020 euro.
Banca MPS: analisi tecnica e livelli trading
Graficamente si evidenzia come le azioni di Banca Monte dei Paschi di Siena siano inserite all’interno di un deciso downtrend. Dopo aver violato il supporto orizzontale a 1,095 euro, espresso dai minimi del 20 agosto 2021, le quotazioni sembrano dirette verso l’area di concentrazione di domanda compresa tra gli 1,065 e gli 1,059 euro.
Qui passano la linea di tendenza ottenuta collegando i minimi del 19 luglio e 21 settembre 2021 oltre al sostegno espresso dai lows del 18 gennaio 2021. Una discesa al di sotto di tale zona consentirebbe ai venditori di portarsi verso la coriacea soglia psicologica posta a 1 euro. Al contrario, un segnale positivo si avrebbe con una rottura della resistenza a 1,1330 euro, che aprirebbe scenari positivi almeno fino al successivo ostacolo a 1,20.