In quest’ultimo periodo banca Monte Paschi di Siena è costantemente sotto i riflettori a Piazza Affari. Tornano infatti indiscrezioni sul futuro di MPS, al centro del risiko bancario italiano, con il MEF che sta lavorando, proprio assieme alla banca, “a una soluzione strutturale” come confermato dall’AD Guido Bastianini durante la presentazione dei risultati relativi al primo trimestre.
Se venisse meno questo piano si dovrebbe procedere, sempre come confermato dal numero uno dell’istituto, ad un aumento di capitale da effettuare non più entro breve tempo, ma spostabile a fine 2021/inizio 2022.
Le ultime indiscrezioni, riportate anche da alcuni organi di stampa nazionali, individuerebbero di nuovo l’ipotesi dello “spezzatino”, una soluzione emersa anche nei mesi scorsi: in sostanza MPS verrebbe divisa in più parti, rimanendo però punto di riferimento per l’Italia centrale.
Un’operazione che avrebbe al centro sempre UniCredit, anche se l’AD Andrea Orcel non sarebbe propenso a vestire i panni del “cavaliere bianco”: niente fusione a due, ma interesse solo per alcuni asset di Siena.
Tutto questo in attesa di avere più dettagli sulla dote fiscale che il Governo Draghi ha intenzione di mettere a disposizione per gli istituti bancari e soprattutto in attesa degli stress test con cui il 31 luglio la vigilanza dell’EBA porrà l’attenzione sul deficit patrimoniale di MPS, già quantificato dal Cda – a inizio anno - in 2,5 miliardi di euro.
Nel frattempo il Tesoro starebbe lavorando alla cessione in favore della banca di piazza Gae Aulenti delle attività che Monte Paschi ha in Toscana e nel nordest, il cui acquisto verrebbe facilitato per l’appunto con la dote fiscale.
Le filiali del Sud di MPS potrebbero invece interessare Microcredito. L’altra ipotesi sul tavolo sarebbe invece una fusione a tre UniCredit-MPS-Banco BPM facilitata da un più corposo incentivo DTA (deferred tax assets) in arrivo nel nuovo Decreto Sostegni (estensione e possibile innalzamento dal 2% al 3%), che porterebbe il beneficio fiscale a circa 7-8 miliardi di euro.
Azioni MPS: analisi tecnica e strategie operative
Con il balzo messo a segno oggi, +5,75% a Piazza Affari al momento della scrittura, il quadro tecnico di MPS si è rinnovato al rialzo nel breve termine. Ora sarà però importante la violazione stabile del livello statico a 1,25 euro per azione, lasciato in eredità dai massimi registrati ad aprile e novembre/dicembre 2020.
Nel lungo periodo la struttura tecnica è orientata al ribasso, ma la recente ripresa delle quotazioni, se confermata in chiusura di contrattazioni, darebbe modo ai compratori di testare il livello resistenziale posto a 1,4525 euro, dove transita inoltre la trendline discendente di più lungo periodo che conta i massimi registrati a febbraio e luglio 2020.
La positività verrebbe meno con un ritorno delle quotazioni al di sotto del livello supportivo di breve termine a 1,1310 euro, mossa che darebbe spazio ai venditori per tornare sulla zona di concentrazione di domanda storica posta a 1,0275-1,0250 euro per azione.