ENI e altre 5 big dell’energia puntano al gas naturale del Qatar | Investire.biz

ENI e altre 5 big dell’energia puntano al gas naturale del Qatar

14 giu 2021 - 10:45

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Sei grandi aziende energetiche occidentali intendono partecipare all’espansione della produzione di gas naturale liquefatto in Qatar. Ecco i dettagli

Sei grandi aziende energetiche occidentali intendono partecipare alla vasta espansione della produzione di gas naturale liquefatto in Qatar, aiutando lo stato del Golfo a consolidare una posizione dominante come produttore di Lng, laddove diversi progetti a livello mondiale si sono arenati.

Lo hanno riferito a Reuters alcune fonti del settore. A Exxon Mobil, Royal Dutch Shell, TotalEnergies e ConocoPhillips, società già coinvolte nell'attuale produzione di Lng in Qatar, si sono unite Chevron ed ENI, presentando offerte il 24 maggio per il progetto d'espansione, secondo fonti vicine alla vicenda.

Le offerte mostrano che i giganti del settore energetico continuano ad avere un interesse per investimenti in progetti competitivi legati a gas e petrolio, nonostante la crescente pressione sul settore da parte di Governi per ridurre le emissioni di gas serra.

A differenza dei primi progetti di Lng in Qatar negli anni ‘90 e Duemila, quando il Paese era fortemente dipendente dalla conoscenza tecnica e dalle capienti tasche delle major petrolifere internazionali, la società petrolifera nazionale, Qatar Petroleum, ha avviato per conto proprio lo sviluppo del progetto d'espansione North Field, da valore di circa 30 miliardi di dollari.

Tuttavia, sta cercando di allearsi con le major petrolifere per cercare di condividere il rischio finanziario legato allo sviluppo e aiutare a vendere i volumi addizionali di Lng prodotti in Qatar. "Non ritengo che Qatar Petroleum abbia bisogno della conoscenza delle società petrolifere internazionali nella costruzione upstream o midstream del progetto, ma saranno lieti di vedere qualcuno farsi carico di una parte dei volumi di Lng", ha detto un'alta fonte del settore, appartenente a una delle sei big company citate precedentemente.

 

Rendimenti bassi non fermano l’interesse per il Qatar

L'interesse delle aziende nell'espansione del Qatar arriva nonostante i rendimenti relativamente bassi. Qatar Petroleum ha offerto ai bidder internazionali rendimenti di circa 8-10% sull'investimento, in calo rispetto al 15-20% che Exxon, Total, Shell e Conoco hanno visto dai primi impianti Lng, secondo fonti di tre società coinvolte.

I rendimenti del progetto Qatar non sono mai stati resi noti in precedenza. Un portavoce di ENI ha confermato che la società sta partecipando alla procedura di gara. QP, Shell, Chevron, TotalEnergies, Conoco hanno rifiutato di commentare.

"Chiaramente il Qatar è diventato più competitivo", ha detto una fonte. "Ma rimane un rischio molto basso dal punto di vista delle risorse". I risultati della procedura di gara non dovrebbero essere annunciati prima di settembre, hanno affermato due delle fonti.

Su Reuters si legge che Exxon ha dichiarato di non commentare le voci di mercato, ma ha aggiunto: "Non vediamo l'ora di continuare il successo nei progetti futuri con i nostri partner Qatar Petroleum e lo Stato del Qatar. Le affiliate di ExxonMobil stanno lavorando con Qatar Petroleum per identificare opportunità di joint venture internazionali che migliorino ulteriormente il portafoglio di entrambi”.

 

Gas naturale: materia prima importante per riduzione emissioni

Le principali società energetiche vedono il gas naturale come un combustibile chiave negli sforzi mondiali per ridurre le emissioni di carbonio e sostituire il carbone più inquinante, sebbene l'AIE abbia affermato in un rapporto il mese scorso che gli investimenti in nuovi progetti di combustibili fossili dovrebbero interrompersi immediatamente per soddisfare gli obiettivi sostenuti dalle Nazioni Unite volti a limitare il riscaldamento globale.

Gli attivisti affermano che l'espansione del gas naturale ritarda la transizione verso l'energia rinnovabile necessaria per raggiungere gli obiettivi sostenuti dalle Nazioni Unite per combattere il cambiamento climatico. L'Unione europea è nel bel mezzo di un dibattito su quale ruolo dovrebbe assumere il gas nella transizione energetica. Le prospettive per le forniture globali di GNL si sono fortemente ristrette negli ultimi mesi dopo che Total ha sospeso il suo progetto da 20 miliardi di dollari in Mozambico a causa di un'ondata di violenza.

La domanda globale di GNL è aumentata ogni anno dal 2012 e ha raggiunto livelli record ogni anno dal 2015 principalmente a causa della crescita della domanda in Asia. Gli analisti hanno affermato di aspettarsi che la domanda globale di GNL crescerà di circa il 3-5% ogni anno al 2025, si legge su Reuters.

 

Azioni ENI: analisi tecnica e strategie operative

Le quotazioni di ENI hanno toccato in avvio di seduta il prezzo più alto da 15 mesi a 10,6860 euro. Gli acquisti sono favoriti dall'allungo dei prezzi del petrolio, il Brent che ha di recente superato i 73 dollari il barile, portandosi a sua volta sul livello più elevato da oltre due anni.

Con un guadagno del 27% da inizio anno, ENI sta sovraperformando il settore di appartenenza (Stoxx Oil & Gas +12%) e l'indice globale (Stoxx 600 +15,0%). Il consenso Bloomberg registra 14 Buy, 14 Neutral, 4 Sell. Target medio 11,45 euro.

A livello tecnico i corsi stanno evidenziando un potenziale segnale di acquisto in ottica di medio termine. Con il balzo di questa mattina le quotazioni infatti stanno effettuando il test della resistenza chiave a 10,645 euro, la cui violazione potrebbe permettere ai corsi di raggiungere la successiva area di concentrazione di offerta compresa tra i 12,98 e i 13,00 euro. La positività verrebbe meno con un ritorno delle quotazioni al di sotto del supporto statico a 9,58 euro, mossa che darebbe ampio spazio di manovra ai venditori fino al successivo sostegno posto a 9,136 euro.

 

 

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