Il 2024 chiude i battenti lasciandosi alle spalle un anno che ha detto molte cose riguardo le azioni quotate nei mercati regolamentati. A Wall Street hanno continuato a brillare i titoli tecnologici, grazie al boom dell'intelligenza artificiale e alla straordinaria forza degli utili delle Big Tech.
Nelle Borse europee sono emerse le banche, che hanno capitalizzato al massimo gli alti tassi di interesse e sono riuscite a coprirsi allorché la
Banca centrale europea ha iniziato a tagliare il costo del denaro. Lo sprint dei finanziari ha compensato in parte la debacle dei settori di punta del Vecchio Continente: il lusso e l'automotive.
In Cina le cose non sono andate meglio rispetto all'Europa, perché le azioni sono state sotto pressione a lungo a causa dell'economia sofferente del Paese, almeno fino a quando le autorità di Pechino non hanno pianificato stimoli miliardari di natura monetaria e fiscale.
Il 2025 si presta a molte incertezze, perché il rally azionario che dura dalla fine del 2022 potrebbe essere insidiato da molti fattori contrarian: la continuazione, se non l'inasprimento, dei conflitti in corso in Ucraina e Medio Oriente; le guerre commerciali innescate dai dazi imposti dalla nuova amministrazione Trump negli Stati Uniti; il ritorno eventuale dell'inflazione; le questioni politiche da definire in Paesi chiave come Germania e Francia; le tensioni tra Cina e Taiwan; e molte altre questioni ancora rimaste aperte.
Azioni 2025: dove investire
Per il 2025 sorgono alcune legittime domande: dove investire il proprio denaro puntando sulle azioni? Ma soprattutto, è ancora il caso di investire nelle azioni? Alle questioni provano a dare una risposta gli analisti di Citigroup attraverso la presentazione della loro strategia azionaria relativa al 1° trimestre 2025.
Con riferimento alla seconda domanda, gli esperti propendono verso un approccio più equilibrato sulle azioni, considerando le condizioni macroeconomiche in evoluzione e le incertezze a livello geopolitico. A loro avviso, "l'incertezza politica legata a Donald Trump durante il 1° trimestre potrebbe amplificare il rumore di mercato". Per questo, e qui veniamo alla prima domanda, la Big Bank americana consiglia una combinazione di titoli growth, ciclici e difensivi, in funzione dei segnali contrastanti dell'economia.
A livello settoriale suggerisce aree dove ci sono "fondamentali solidi, valutazioni ragionevoli e opportunità di miglioramento dei margini", tipo la sanità, i servizi di comunicazione, l'energia e le banche. Sul fronte della sanità, "i farmaceutici e le biotecnologie sono da preferire" per via di "valutazioni giuste e fondamentali più vicine all'inflessione".
Per quanto riguarda i servizi di comunicazione, le azioni saranno sostenute dai "solidi driver di crescita di Media & Entertainment e dalle valutazioni interessanti delle Telecomunicazioni. Quanto all'energia, Citi vede un "potenziale di rivalutazione in seguito all'aumento dello stimolo fiscale e degli investimenti infrastrutturali".
Le banche sono le preferite dagli analisti poiché beneficiano del "miglioramento della crescita dei depositi e delle tendenze di re-pricing dei prestiti". Il colosso finanziario americano invece non vede di buon occhio il settore dei consumi discrezionali, in quanto "le aspettative appaiono ampliate rispetto alle stime del consensus".