Atlantia: origini, storia e sviluppo della società autostradale | Investire.biz

Atlantia: origini, storia e sviluppo della società autostradale

14 mar 2021 - 09:00

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Dall'ascesa della famiglia Benetton al crollo del ponte Morandi. Raccontiamo i fatti più importanti della storia di Atlantia, dalle origini fino ai giorni nostri

Atlantia S.p.A. è la società autostradale numero uno al Mondo. È presente in 11 Paesi a livello globale, ovvero Italia, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Polonia, Argentina, Brasile, Cile, Colombia, India e Porto Rico. Allo stato attuale ha in gestione 14 mila chilometri di autostrade a pedaggio, oltre agli aeroporti del centro Italia di Fiumicino e Ciampino e della Francia di Nizza.

L'azionariato di Atlantia è così distribuito: 30,25% Sintonia Edizione facente parte della famiglia Benetton; 8,29% GIC Private Limited; 5,01% HSBC Holdings; 4,85% Fondazione Cassa di Risparmio di Torino; 0,94% azioni proprie; 50,87% flottante.

 

Atlantia: origini e sviluppi

Atlantia nacque nel 1950 sotto il nome di Società Concessioni e Costruzioni Autostrade S.p.A. e fu creata su iniziativa dell'IRI con lo scopo di favorire la ricostruzione industriale dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il primo grande investimento infrastrutturale si ebbe nel 1956 con la costruzione e la gestione dell'Autostrada del Sole che collegava Napoli a Milano. L'opera fu sviluppata insieme all'ANAS e vide la luce nel 1964.

Nel 1982 ci fu l'acquisizione di Italsat, altra società del gruppo IRI che operava nel ramo dell'ingegneria civile. Cinque anni più tardi Autostrade Concessioni e Costruzioni S.p.A. venne quotata alla Borsa di Milano. Attualmente è tra i 40 titoli che compongono il paniere FTSE Mib, l'indice di riferimento di Piazza Affari.

 

Atlantia: la privatizzazione di fine millennio

Dopo quasi 50 anni di servizio pubblico, nel 1999 avvenne la svolta con la privatizzazione della società. L'IRI cedette la quota del 30% a Schemaventotto S.p.A, gruppo partecipato da Edizione della famiglia Benetton al 60%, Fondazione CRT con il 13,33%, Acesa Italia con il 12,83%, Assicurazioni Generali ed Unicredito Italiano entrambe al 6,67% e Brisa International SGPS S.A. con lo 0,50%.

Il deal fu concluso a 7,0875 per azione, mentre il resto del capitale che era in mano alla holding di Stato fu collocato sul mercato borsistico attraverso un'Offerta Pubblica di Vendita per un controvalore di 8.750 miliardi di vecchie lire. Nelle casse dell'IRI complessivamente arrivarono 13.800 miliardi di lire da tutta l'operazione.

Schemaventotto investì 2,5 miliardi di euro, ma solo poco più della metà con capitali di rischio, il resto fu conferito a debito. Il ritorno fu comunque importante perché gli incassi negli anni seguenti crebbero del 21%,  equivalenti a 11 miliardi di euro. Quanto bastò perché nel 2003 il gruppo lanciasse un'OPA totalitaria per 6,4 miliardi sempre attraverso operazioni di leverage buyout, sfruttando una società veicolo come Newco28. L'operazione si concluse con l'acquisizione dell'84% dell'azienda autostradale.

 

Atlantia: le concessioni autostradali

Dopo che la famiglia Benetton s'impadronì di Società Concessioni e Costruzioni Autostrade S.p.A, l'assetto organizzativo di quest'ultima fu pesantemente modificato. Le attività in concessione furono sganciate da quelle non autostradali e nacque Autostrade per l'Italia, controllata interamente da Autostrade S.p.A. poi divenuta Atlantia il 5 maggio del 2007.

Il tema delle concessioni autostradali ha animato il dibattito politico per tantissimi anni vivendo una serie di vicende tormentate. La regolamentazione si basava sulla Convezione del 1997 che affidava ad Autostrade S.p.A. la gestione della rete, allunganddone la concessione fino al 2038.

Nel 2006 però il Ministro delle Infrastrutture del Governo Prodi, Antonio Di Pietro, volle rivedere la convenzione e tentò un accordo con le società autostradali coinvolte per apportare delle modifiche. Mutamenti che arrivarono il 12 ottobre 2007, poi diventati legge nel 2008, attraverso la Convenzione Unica Anas e Autostrade, con la quale veniva prorogata fino al 2042 la concessione ad Autostrade per l'Italia, a seguito di un piano d'investimenti approvato dalla Commissione Europea e con tariffe calmierate.

 

Atlantia: gli investimenti negli aereoporti

Oltre al discorso delle concessioni autostradali, Atlantia cercò di rafforzare la sua posizione nel settore aeroportuale, dapprima portando a termine la fusione nel 2013 con Gemina S.p.A., che era controllore di Aeroporti di Roma, poi con l'acquisizione 3 anni dopo di Aéroports de la Côte d'Azur, la società che controlla gli aeroporti di Nizza, Cannes-Mandelieu e Saint Tropez.

Nel 2017 Atlantia tentò l'assalto ad Albertis, gruppo multinazionale spagnolo di trasporto e telecomunicazioni, su cui 10 anni prima Antonio Di Pietro aveva posto il suo veto nella qualità di Ministro delle Infrastrutture. Stavolta l'ostacolo fu rappresentato dal gruppo Hochtief-ACS che rivaleggiò con Atlantia lanciando una contro OPA a quella della società controllata da De Benedetti. Quest'ultima aveva già ricevuto il via libera da parte dell'Autorità di controllo della Borsa spagnola. La contesa fu risolta nel marzo del 2018 con un accordo tra i due contendenti che optarono per un'offerta congiunta del valore complessivo di 16,5 miliardi di euro.

 

Atlantia: crollo ponte Morandi e scontri con il Governo

Dopo l'acquisizione del 15,49% di Getlink, una società che controlla l'Eurotunnel del canale della Manica, Atlantia dovette affrontare il momento più difficile di tutta la sua storia: il crollo del Ponte Morandi, che collega il viadotto di Polvere a Genova, il 14 agosto 2018.

Quel disastro, che provocò 43 morti e 566 sfollati, si rivelò essere un vulcano in eruzione. La politica italiana puntò il dito sulla gestione delle autostrade facendo leva sullo sdegno popolare. Così chiese da parte della maggioranza di Governo la revoca della concessione ad Atlantia. Il putiferio scatenato dalla vicenda fece saltare alcune teste, tra cui quella di Giovanni Castellucci, Amministratore Delegato e Direttore Generale della controllante di Autostrade per l'Italia, che si dimise nel settembre del 2019.

In Borsa il titolo Atlantia precipitò violentemente, perdendo in pochi giorni circa il 30% del suo valore. Tre giorni dopo la tragedia del Ponte Morandi, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli annunciarono l'avvio della procedura per revocare la concessione ad Autostrade per l'Italia additando alla società controllata da Atlantia gravi responsabilità nella manutenzione ordinaria e straordinaria.

Un mese più tardi arrivò l'ufficialità che non sarebbe stata Aspi a ricostruire il ponte crollato, ma fu incaricato un commissario per la gestione dei lavori. Ad ottobre 2018 fu nominato nel ruolo Marco Bucci, il quale era già sindaco di Genova. Il 18 dicembre fu reso noto che Bucci sarebbe stato coadiuvato da aziende di costruzione italiane come Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr.

 

Atlantia: la pubblicizzazione di Aspi

Il fatto fu mal digerito da Aspi, che fece ricorso contro l'estromissione dei lavori prima al Tar e poi alla Consulta. Nel frattempo la società autostradale aveva inviato una lettera al Governo per concordare una soluzione della controversia. Nella missiva vi era la proposta di destinare 1,5 miliardi di euro al potenziamento della rete autostradale e alla riduzione dei pedaggi, 700 milioni per la manutenzione e ulteriori 100 milioni per la ricostruzione del ponte Morandi, da aggiungersi agli oltre ai 600 milioni già previsti. Il Governo però respinse le avances giudicando insufficiente quanto offerto.

L'8 luglio 2020 la Consulta si pronunciò a favore di Palazzo Chigi rigettando il ricorso di Aspi. Tre giorni dopo, quest'ultima rilanciò con una nuova proposta per evitare la revoca della concessione, aggiungendo altri 3,4 miliardi, ma ottenendo sempre la stessa risposta da parte del Presidente Giuseppe Conte.

Il 15 luglio si arrivò finalmente a un compromesso. Autostrade per l'Italia avrebbe versato 3,4 miliardi, dietro riduzione di pedaggi e rinuncia ad ulteriori ricorsi giudiziari. Inoltre la società avrebbe cambiato compagine azionaria con l'ingresso di Cassa Depositi e Prestiti, diventando così nuovamente pubblica. Il 5 febbraio 2021 Atlantia ha concesso al consorzio guidato da CDP una proroga fino al 24 febbraio dei termini per la presentazione di un'offerta per rilevare l'88% detenuto in Autostrade per l'Italia.

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