Dai dati trimestrali di American Express è emerso un quadro positivo, l’utile netto del secondo trimestre è salito da 2 a 2,2 miliardi di dollari mentre il fatturato è cresciuto del 12% a 15,05 miliardi di dollari, anche se l’azione ha pagato pegno alla cautela sui prossimi mesi espressa dal management. La guidance sull’intero anno, che prevede ricavi in aumento nel range 15-17% e un utile per azione di 11-11,4 dollari, è stata confermata.
Sfida tra giganti: American Express e competitor a confronto
“Riteniamo che il settore dei pagamenti online abbia delle ottime prospettive per il futuro e in questo senso pensiamo che, in particolare, American Express abbia un enorme vantaggio rispetto ai competitor, soprattutto in caso di recessione”, ha commentato Omar Liverani, Head of Italian Branch di Genève Invest. Anche con il potenziale avvento, continua l’esperto, delle valute digitali delle banche centrali, carte di credito, carte di debito e altre forme di pagamento senza contanti “continueranno a essere il metodo di pagamento predominante”.
In particolare, Liverani pone l’accento sul business model di American Express, “che adotta un network a circuito chiuso, in cui essa opera come emittente della carta, fornitore del network e banca acquirente che elabora i pagamenti per conto degli esercenti. Questa integrazione verticale del business rappresenta un solido vantaggio competitivo rispetto ai principali competitor, come Visa e Mastercard, che invece hanno optato per un network a circuito aperto in cui si collabora con delle banche emittenti (come JPMorgan Chase e Bank of America)”.
Questo perché gestendo tutta la filiera delle transazioni, “l'azienda è in grado di trarre pieno profitto da ogni pagamento e di addebitare agli esercenti, commissioni che sono in genere più elevate di quelle di Visa e Mastercard”. I ricavi di American Express derivanti dalle commissioni delle carte rappresentano circa l'80% delle entrate totali. Visa e Mastercard ottengono invece ricavi principalmente dalle commissioni sulle transazioni e sui servizi pagati dalle banche emittenti e affiliate al loro network.
Per l’esperto di Genève Invest, “American Express si rivolge tradizionalmente a clienti benestanti con un'eccellente storia creditizia, offrendo servizi premium, vantaggi esclusivi, un servizio clienti di prim'ordine (concierge) e solidi programmi di ricompensa. I titolari di carte della società tendono in media a essere più ricchi e a spendere di più rispetto agli utenti della maggior parte dei competitor. Dando agli esercenti accesso a questo tipo di clientela, la società può permettersi di addebitare commissioni più elevate”.
“Visa e Mastercard, invece, si rivolgono a una base di clienti più ampia, con una parte consistente delle carte emesse a persone che stanno accumulando credito o che hanno un merito creditizio da discreto a buono: la fascia di utenti che più potrebbe soffrire una contrazione dei salari ed un prolungato aumento del costo della vita”.
American Express si fa preferire anche in termini di dividend yield
Da un'analisi dei bilanci, "assistiamo ad una divergenza tra i valori di mercato della società e dei competitor con i rispettivi fondamentali": American Express offre un dividend yield più alto rispetto a Mastercard o Visa e genera un flusso di cassa operativo di 21 miliardi di dollari contro i 19 e gli 11,3 miliardi di dollari di Visa e Mastercard. A ciò si aggiunga il fatto che queste ultime sono scambiate a multipli significativamente elevati, pari a 35,5 e 37,5 volte gli utili. American Express, in confronto, quota a sole 17 volte gli utili.
“Emerge quindi chiaramente un gap tra performance sul mercato e voci di bilancio; in qualità di value investor, noi di Genève Invest crediamo che il mercato provvederà alla chiusura di questo gap, portando fondamentali e valutazioni di mercato ad essere riallineati”.
Interessanti opportunità anche dal debito societario
Liverani vede anche interessanti opportunità anche lato debito societario: “adottando il value investing come filosofia di investimento aziendale, crediamo che i solidi fondamentali e la resilienza dimostrata dalla società, siano dei validi motivi per valutarne attentamente il debito societario”.
L’emissione obbligazionaria di American Express su cui l’esperto di Genève Invest si concentra è quella emessa il 3 agosto 2021: un bond perpetuo, un tipo di obbligazione che non ha una data di scadenza, con rendimento a scadenza pari al 7,52%. Oltre al significativo flusso cedolare, il bond offre anche un’ottima opportunità di guadagno in conto capitale in quanto lo strumento quota intorno agli 82,5 punti percentuali, molto sotto il prezzo di emissione di 101,76 dollari, con un potenziale guadagno percentuale superiore al 15%.
Il taglio minimo di 1000 dollari inoltre amplia moltissimo la platea di investitori a cui potenzialmente questa emissione potrebbe interessare, come quelli retail, “che in questo modo possono costruirsi una rendita derivante da flussi costanti e rendimenti in conto capitale distribuiti da società dai solidi fondamentali”.
Quali prospettive?
American Express ha dimostrato negli anni di essere solida e di generare flussi di cassa in crescita, “ci aspettiamo che i rumors che la suggeriscono come possibile subentrante a Goldman Sachs nella partnership con Apple nella gestione del conto di risparmio Apple Savings, possano rendere ancora più interessante la società e darle più valore aggiunto in prospettiva”.
Il business appare florido e ben orientato al futuro con un bacino di utenti in continuo aumento, in primis il segmento composto da Millennial e la Gen Z. Nell’ultimo trimestre, questa fetta di clientela ha fatto segnare un incremento della spesa del 21% rispetto all'anno precedente negli Stati Uniti ma, più in generale, anche la spesa del consumatore americano è cresciuta di oltre il 10%.
In conclusione, “American Express risulta a forte sconto rispetto ai competitor sia considerando l’andamento del business ad oggi che le prospettive future. Ai prezzi attuali, la società si trova ancora sotto del 15% dai massimi mentre Visa e Mastercard hanno già raggiunto o superato i propri picchi. Riteniamo che anche qualora dovesse manifestarsi una recessione, la società potrà comunque godere di una clientela danarosa con una capacità di spesa pressoché invariata in qualsiasi contesto economico. Questo le permetterà di mantenere negli anni un vantaggio competitivo, un posizionamento strategico sul mercato ed un business resiliente”.