Il mondo latino americano si sta risvegliando a livello azionario, ma non solo. Le sue due principali aree economiche, Brasile e Messico, stanno fornendo interessanti riscontri per quello che riguarda le rispettive piazze azionarie. La Borsa di Città del Messico è fresca reduce da un nuovo massimo storico. Quella brasiliana, dopo una caduta prolungata cominciata la scorsa estate, sta dando segnali di inversione di tendenza.
La valuta messicana si mantiene tra le più toniche del panorama emergente con un livello di carry eccellente. Tassi elevati anche sulle emissioni obbligazionarie in valuta brasiliana con il real che faticosamente sembra voler imboccare la strada del recupero, vista la marcata sottovalutazione fondamentale riconosciuta dalla maggior parte degli analisti. In un contesto dove si fugge, finanziariamente parlando, dall'Est Europa, l'America Latina è preferita dagli investitori.
Borsa Brasile: attenzione alle prossime elezioni presidenziali
Riguardo al Brasile, il momento clou dell’anno sarà ottobre 2022, quando l’attuale premier Bolsonaro e l’ex di ritorno Lula si sfideranno per la presidenza. In questi casi i timori del mercato sono legati ad un possibile esito di incertezza in termini di maggioranza, più che di candidati ormai conosciuti per le esperienze politiche alla guida del Paese.
Gli ultimi sondaggi danno Lula non lontano dal 50% mentre Bolsonaro è decisamente staccato a quasi il 25% di preferenze. Tutto può accadere da qui all’autunno, ma proprio per l’andamento del recente passato non propriamente esaltante, le Borse latino-americane rappresentano un fattore diversificante da non trascurare nel panorama emergente asiatico centrico.
Investire nelle Borse dell'America Latina con gli ETF
Gli ETF che investono in America Latina sono diversi, alcuni anche con una lunga storia alle spalle. Il bilancio dell’ultimo anno di iShares MSCI Emerging Latin America è interessante (+12%), tutto maturato negli ultimi 3 mesi. Meglio del mercato azionario globale e soprattutto emergente.
Una forza relativa che denota un ritorno di investitori internazionali combinata al momentum delle materie prime (petrolio in primis) e al fattore cambio. L’ETF di iShares è obiettivamente caro per essere uno strumento a replica passiva (0,74%) ed è a distribuzione dei proventi.
Rispetto ad altri competitor ha però il pregio di replicare il benchmark con un processo di ottimizzazione fisica e con una diversificazione tutto sommato interessante visti i quasi 100 titoli in portafoglio. I primi 10 titoli coprono meno della metà del portafoglio complessivo.
Quello che rende interessante in questo momento il mondo Latam è la sua natura value. L’ETF a livello settoriale è composto per il 28% da finanziari, per il 20% da materials, per il 15% da ciclici di largo consumo e per il 10% da petroliferi. Temi tipicamente growth come IT e health care sono praticamente assenti.
A livello geografico il Brasile copre la metà del portafoglio, il Messico un terzo. Il resto è spalmato tra Cile, Colombia e Perù. Come detto poco fa abbiamo di fronte una tipologia di investimento emergente etichettabile come value. Il rapporto prezzo utili del portafoglio di questo ETF è attualmente inferiore a 20, così come il rapporto tra prezzo e valore di libro è sotto a 2.
Per chi desidera diversificare non solo la tradizionale area emergente che vede la Cina fagocitare tutto il resto, ma anche lo stile di investimento andando più su società value, gli ETF che investono in America Latina possono rappresentare una interessante opportunità.