Oro sotto 1.900 dollari: le tre ragioni della discesa | Investire.biz

Oro sotto 1.900 dollari: le tre ragioni della discesa

23 set 2020 - 15:40

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Nelle ultime settimane il metallo giallo ha intrapreso un trend discendente di breve periodo. Secondo alcuni analisti però non durerà a lungo. Vediamo perché

  • L'oro è sceso sotto i 1.900 dollari nonostante le preoccupazioni per la pandemia e il calo azionario;
  • Tra le ragioni del calo delle quotazioni la forza relativa del Dollaro USA
  • Gli analisti scommettono sulla ripresa dei prezzi del metallo giallo con le elezioni Presidenziali americane

 

Chi si aspettava una corsa dell'oro senza freni è stato servito. Da un mese e mezzo il metallo prezioso ha decisamente rallentato la sua marcia rialzista piombando prima sotto la soglia psicologica di 2.000 dollari l'oncia e, nella giornata di oggi, stabilmente sotto i 1.900 dollari.

Cosa è successo? Le ragioni possono essere diverse, ma tutto sommato la cosa stupisce parecchio se si pensa che l'incertezza sullo stato dell'economia globale ha avuto un'impennata in quest'ultimo periodo, a causa del dilagare della pandemia. Inoltre, le vendite che hanno colpito l'azionario avrebbero dovuto rivitalizzare il Gold e rilanciarlo verso nuovi orizzonti rialzisti. Così non è stato.

Vediamo allora di seguito quali possono essere state le motivazioni per cui gli investitori abbiano deciso di liquidare una buona parte della materia prima detenuta in portafoglio.

 

Prezzo dell'oro: le tre ragioni del calo

In sintesi si potrebbero individuare tre ragioni per cui il metallo prezioso abbia perso forza in questi giorni:
 

  • Semplice ritracciamento. In questi primi nove mesi del 2020 il prezzo del metallo giallo ha intrapreso una cavalcata dirompente che l'ha portato a polverizzare il record storico del 2011 a 1918 dollari l'oncia. Il nuovo massimo è stato registrato il 7 agosto, quando le quotazioni hanno raggiunto la vetta di 2.075 dollari, ovvero +44% dai minimi del 16 marzo. Da quel momento è ragionevole pensare che i rialzisti siano passati alla cassa e abbiano deciso di monetizzare gli importanti profitti maturati durante il percorso.
  • La forza del Dollaro USA. Le alte quotazioni dell'oro hanno potuto approfittare anche della debolezza del Dollaro americano, valuta in cui la materia prima viene quotata. Il Coronavirus negli Stati Uniti ha prodotto una quantità di contagi e di morti tale da mettere in ginocchio un'intera economia che, durante il periodo pre-pandemico, cresceva a ritmo sostenuto e aveva raggiunto la piena occupazione. Per forza di cose la moneta, che riflette lo stato di salute del Paese che rappresenta, ne risente in tutta evidenza. Infatti oggi il Dollaro USA sembra specchiare le difficoltà dell'economia a stelle e strisce. Tuttavia l'ultima riunione della FED ha ridato smalto al biglietto verde dal momento che il tono del suo Governatore, Jerome Powell, non è stato abbastanza in linea con una politica monetaria accomodante, come si attendeva il mercato. Ecco che riprendendo vigore, il Dollaro USA ha spinto in basso le quotazioni dell'oro.
  • Gli investitori scontano un miglioramento delle prospettive economiche. Se le prime due ragioni possono avere valenza più estemporanea, questa invece avrebbe delle connotazioni di carattere strutturale. Il miglioramento delle terapie anti Covid e soprattutto l'avvicinarsi dei tempi di un vaccino sicuro gettano le basi per una ripresa a livello globale dell'economia. Di conseguenza sarebbe immaginabile un ritorno al rischio da parte degli investitori, che magari cominciano a scommettere su strumenti finanziari che in questo momento sono più sottovalutati per le note vicende. Ci stanno però due grandi eventi che alimenterebbero incertezza e quindi volatilità sui mercati: le elezioni Presidenziali americane e Brexit. Sullo sfondo sempre il rischio di una seconda ondata di contagi, che già in Paesi come Francia, Spagna e Inghilterra ha fatto vedere i primi embrioni.

 

Oro: le previsioni degli analisti

Guardando il contesto dal punto di vista tecnico ci stanno degli aspetti che fanno riflettere. La rottura della media mobile a 50 osservazioni ha provocato lo scivolone dei prezzi, ma sia la media a 200 che l'RSI non danno segnali di divergenza del trend di medio lungo periodo in atto. Anche il ritracciamento di Fibonacci mostra che il prezzo dell'oro potrebbe spingersi fino a 1.850 dollari e poi ripartire.

Gli analisti di ActiveTrades vedono nel supporto di 1.860 dollari un punto chiave di tenuta delle quotazioni, la rottura del quale darebbe un'ulteriore spinta ribassista cambiando il quadro di riferimento. Al contrario la rottura della soglia di 2.000 dollari rappresenterebbe un passaggio importante verso un'altra tornata di acquisti che proietterebbe il metallo giallo verso nuove vette. Secondo gli esperti comunque l'oro dovrebbe essere favorito dai tassi a zero delle Banche Centrali che rimarranno tali ancora a lungo.

Citigroup la vede più o meno allo stesso modo. A giudizio della banca d'affari americana, le quotazioni dell'oro riprenderanno a correre a novembre quando i toni per la campagna elettorale delle elezioni alla Casa Bianca si accenderanno creando instabilità sui mercati.

Secondo Howie Lee, economista di OCBC Bank, sarà molto importante monitorare i tassi di interesse della FED. Infatti, se la Banca Centrale dovesse aumentarli prima che l'inflazione raggiunga il target del 2%, creerebbe una spirale negativa sui prezzi. Questo ovviamente svantaggerebbe l'oro sia perché non vi sarebbe il fattore dell'erosione del potere d'acquisto di cui il metallo giallo non viene colpito, sia per mezzo del Dollaro USA che con l'aumento dei tassi si rafforzerebbe spingendo ancora più in basso le quotazioni del Gold.

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