Ecco su quali commodity è possibile fare trading | Investire.biz

Ecco su quali commodity è possibile fare trading

25 dic 2020 - 14:00

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Perchè il trading sulle materie prime è così popolare? Quali possono essere negoziate? Quali sono gli strumenti finanziari disponibili? Ecco tutte le risposte che cercavi

Il trading sulle commodity è sicuramente una delle forme di investimento o speculazione che attrae maggiormente i nuovi trader. Tuttavia questo non vuol dire che sia facile, infatti prendono parte agli scambi operatori altamente specializzati in questo settore.

I novizi che si avvicinano al commodity trading pensano che significhi comprare e vendere materie prime online. Ma la definizione è evidentemente incompleta, il commodity trader si pone come obiettivo quello di fare profitto sfruttando le oscillazioni dei prezzi delle materie prime quotate oppure a fini di copertura o hedging. Si tratta di un mercato molto liquido, dove ci sono anche molti attori che non agiscono per fini speculativi, poichè hanno effettivamente bisogno della materia prima.


Commodity trading: perché è così popolare?

Perché le materie prime attraggono così tanti investitori e trader alle prime armi? Semplice, le materie prime sono la base dell'economia mondiale, basti pensare all’influenza che ha il petrolio su gran parte delle attività dei giorni nostri: trasporti, chimica, industrie ecc. Le materie prime sono inoltre fondamentali per il sostentamento dell’esistenza umana. Si pensi alle materie prime agricole, che ci permettono di nutrirci e sopravvivere.

Le commodity di questo tipo sono infatti quelle il cui consumo è più largo e generalizzato su scala mondiale. Alcuni esempi sono il caffè, lo zucchero, il cotone, il mais, il grano e la soia. Questa sotto-categoria di materie prime viene anche chiamata soft commodity, che rappresenta cioè i prodotti agricoli che vengono coltivati, piuttosto che essere estratti, come nel caso delle materie prime “dure”.

Le commodity, inoltre, rappresentano un ottima occasione di diversificazione, vista la loro bassa correlazione con le altre asset class. Avendo un valore reale inoltre, possono costituire un “porto sicuro” da un probabile aumento dell’inflazione a causa dell’elevata disponibilità di liquidità immensa dalle Banche centrali.

Tuttavia, chi investe nelle materie prime impiegate nelle attività industriali, deve tenere a mente che queste possono essere soggette alla ciclicità del mercato e sono sensibili agli shock geopolitici e macroeconomici. Le materie prime infatti rispettano in modo piuttosto lineare la legge della domanda e dell’offerta: se nel mondo la domanda di una materia prima aumenta, aumenta anche il prezzo.

Se invece la domanda scende, scende anche il prezzo. Anche l’offerta di una particolare commodity può influenzare il prezzo: la quotazione delle materie prime agricole, ad esempio, dipende spesso anche dalle condizioni atmosferiche e dall’abbondanza del raccolto. Per quanto riguarda il petrolio o i metalli, le quotazioni possono dipendere anche da condizioni geopolitiche che ne influenzano l’estrazione o la produzione.

Materie prime: su quali investire o fare trading?

Le materie prime sono pertanto strumenti finanziari volatili adatti al trading e si dividono a loro
volta in 5 diverse categorie:

 

  • Agricole: grano, mais, riso, soia, avena
  • Coloniali: caffè, zucchero, succo d’arancia, cacao, cotone, legno
  • Energetiche: gas naturale, petrolio, carbone
  • Metalli (preziosi e industriali): oro, argento e platino, palladio, rame, nickel, titanio
  • Bestiame: bovini (Feeder Cattle, Live Cattle), maiale (Lean Hogs) e tagli di maiale (Pork Cutout)

 

Come si fa a capire quali sono le commodity su cui è più vantaggioso operare? Le materie prime ad alto volume sono sicuramente le migliori da negoziare, perché quelle che presentano scarsi volumi possono essere soggette a una maggiore volatilità o a fluttuazioni improvvise dei prezzi che non permetterebbero di gestire il rischio in modo corretto. È bene sapere che esistono diverse borse di riferimento a livello internazionali dedicate alla negoziazione di materie prime. Le più importanti sono il Chicago Mercantile Exchange (CME) e l’Intercontinental Exchange (ICE). Negoziando presso questi exchange si usano contratti standardizzati e regolamentati (futures e opzioni). L’alternativa – con pregi e difetti - è quella di utilizzare i CFD (contratti per differenza), scelta adottata sopratutto dai trader alle prime armi. Di seguito vengono elencate le materie prime più scambiate, le loro caratteristiche ed altre informazioni utili per poter cominciare a fare trading su questo settore in modo consapevole.

 

Oro

Il metallo giallo è considerato il bene rifugio per eccellenza. La sua domanda aumenta significativamente in tempi di crisi o di incertezza globale ed è quindi un valido asset per difendere il proprio portafoglio (lo abbiamo visto chiaramente dal 2018 in poi, inizialmente per la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e a inizio 2020 con lo scoppio della pandemia di Coronavirus). Al contrario, quando l’economia globale, soprattutto con riferimento alle economie più avanzate, attraversa una fase di stabilità e crescita, il prezzo dell’oro tende a diminuire. Storicamente, l’oro è un asset prezioso ed anche nel post-Bretton Woods ha continuato ad avere un ruolo centrale nell’economia. In sostanza, si può investire in oro per diversificare il portafoglio oppure, con un fine speculativo, per ottenere profitti a seguito dell’oscillazione del suo prezzo al rialzo o al ribasso.


Argento

L’argento è un metallo prezioso ed ha un ruolo importante nell’economia globale, è utilizzato in una vasta gamma di industrie, tra cui gioielleria, elettronica, energia e medicina. L’argento è molto raro e, insieme all’oro e al platino, appartiene al gruppo dei metalli preziosi. Per migliaia di anni, la gente ha acquistato l’argento come investimento e come riserva di valore. L’argento si trova raramente nella crosta terrestre come elemento nativo, i minatori di solito trovano l’elemento come sottoprodotto dell’estrazione di oro, rame, piombo o zinco. L’argento è una merce volatile che reagisce sia ai dati industriali che economici. A differenza dell’oro, l’argento ha parecchi usi industriali: pellicole fotografiche, pannelli solari, luci LED e batterie. L’industria consuma il 50% dell’offerta annuale di argento. L’andamento della domanda industriale influenza direttamente i prezzi dell’argento.


Platino

Il platino è il terzo metallo prezioso più scambiato al mondo. È ampiamente utilizzato in una varietà di settori, soprattutto grazie alla sua resistenza, che lo rende un materialo ottimo per
svariati utilizzi: gioielleria, componentistica per auto o addirittura in medicina. Negli ultimi anni l’alta domanda e la bassa offerta hanno spinto il mercato del platino in deficit. I fattori principali da tenere d’occhio sono i volumi di estrazione e l'industria automobilistica. Il platino è massicciamente utilizzato dall’industria automotive, che ne sfrutta le proprietà per costruire marmitte catalitiche essenziali per i motori a diesel. Dunque, se l’industria frena la produzione, anche il prezzo del platino scenderà, poiché la domanda stessa sarà minore. Per quanto riguarda la situazione estrattiva, data la quantità di platino presente nel mondo, la scoperta di nuovi giacimenti farebbe scendere il prezzo, poiché l’offerta sarebbe maggiore di quella attuale. Il 95% delle riserve di platino presenti al mondo si trova in Sud Africa, motivo per cui questo Paese è il primo produttore al mondo, provvedendo al 75% della produzione mondiale.


Rame

Il rame è un metallo famoso per le sue doti di conduttore di energia elettrica, viene largamente
utilizzato negli impianti elettrici in tutto il mondo, è molto versatile e le sue caratteristiche lo rendono fra i metalli più ricercati al mondo. Oltre i cavi elettrici, domestici e industriali, il rame è anche largamente usato nel settore automotive e di qualunque altro prodotto elettrico o elettronico. Con il rame si realizzano anche alcune monete, i suoi usi sono quasi infiniti e, anche se è molto diffuso nel sottosuolo, non è evidentemente infinito. Il suo valore è destinato a crescere anche a causa dell’aumento della domanda e della scarsità dell’offerta. I mercati emergenti sono i principali responsabili delle variazioni del prezzo del rame. Nelle economie in veloce sviluppo come la Cina e l’India la domanda di infrastrutture abitative, mezzi di trasporto e industrie è in continua crescita quindi la domanda di rame è significativa. Il prezzo di questo metallo può essere influenzato da problemi politici e ambientali presenti nei Paesi del Sud America, come il Cile e il Perù e la Cina, dove si estraggono grandi quantità di questo metallo. I
principali importatori sono Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Belgio e Giappone. L’andamento del mercato del rame può esser preso come termometro della situazione politico-economica internazionale.

 

Palladio


Il palladio è un metallo che fa parte dei cosiddetti elementi rari, simile al platino anche se meno conosciuto e poco usato in gioielleria. Il valore del palladio è legato soprattutto al mercato automobilistico e dei motori a combustione. Infatti è un catalizzatore indispensabile nella realizzazione delle famose marmitte catalitiche. Spesso l’andamento del suo prezzo anticipa il mercato delle vendite di auto perché la sua domanda cresce all’inizio di un incremento di produzione. Questo metallo è inoltre fondamentale in alcuni processi chimici e viene utilizzato anche nel settore dentale. La Russia fornisce quasi il 50% del quantitativo mondiale, mentre un altro 30% è fornito dal Sud Africa, questi paesi quindi hanno il controllo del mercato e possono influenzare il prezzo. Stime di approvvigionamento basse possono portare ad un aumento del prezzo.


Petrolio


Considerata la materia prima per eccellenza, l’oro nero è un asset molto negoziato dai trader di tutto il mondo. Il ruolo del petrolio è rilevante nella catena alimentare, soprattutto nell’agro-industria. Pensiamo al consumo di combustibili per macchinari, per la trasformazione, per il trasporto del cibo, ma anche a tutti i derivati del petrolio impiegati come base per fertilizzanti e pesticidi. Un altro elemento altrettanto importante è legato alla crescente quota di prodotti agricoli usati per produrre biocarburanti, il cui prezzo segue direttamente quello dell’oro nero. Il petrolio si caratterizza per aver registrato storicamente trend molto ampi e di facile riconoscimento e sfruttabilità. È spesso al centro di lotte di potere tra l’OPEC e gli altri Stati produttori (Russia e Stati Uniti su tutti), ed è fondamentale prestare attenzione agli equilibri diplomatici in Medio Oriente ed in Russia, dove si trovano i principali giacimenti. Il petrolio continua ad essere un bene primario per l’economia globale, anche se negli ultimi anni questo mercato è stato scosso dall’invenzione dello shale oil, che ha concesso agli Stati Uniti di passare da grandi importatori ad autosufficienti. Il prezzo del petrolio è spesso monitorato per cercare di stimare il tasso di inflazione futuro. Sostanzialmente ci sono due principali tipologie di greggio, il Brent che viene estratto nel mare del Nord e il WTI (West Texas Intermediate), nel Sud degli Stati Uniti.


Gas naturale


Le dinamiche del gas naturale sono molto simili a quelle del petrolio, ma si aggiungono ulteriori
aspetti legati alla rigidità degli inverni e al clima politico in Russia, uno dei maggiori produttori di questo combustibile fossile. In inverno molti paesi Europei importano questa materia prima proprio dalla Russia per poter soddisfare la necessità di riscaldamento nei mesi più freddi. Più gli inverni sono rigidi e freddi, maggiore è la domanda di questa materia, migliore è il clima di cooperazione internazionale con la Russia, permettendole di scambiare il suo gas in condizioni di mercato eque, maggiore sarà l’offerta dunque il prezzo tenderà a diminuire. Il gas naturale è una commodity molto stagionale: durante l’autunno tende a vedere la quotazione in netto rialzo. A differenza del petrolio, il gas naturale è “pulito” quindi sono sempre di più i governi che puntano su questa risorsa per diversificare la dipendenza dal petrolio. Gli investitori più navigati amano tradare questa materia prima proprio per via della sua ciclicità che la rende più facilmente prevedibile rispetto ad altri mercati.


Grano


Il grano è la regina delle materie prime. Indipendentemente dal fatto che l’economia stessa sia
in salita o in discesa, il grano è sempre necessario per molti dei prodotti alimentari che compriamo e consumiamo tutti i giorni. Il trading sulle materie prime inerenti a prodotti dell’agricoltura deve tener conto di diversi fattori. Tanto per cominciare, del clima nelle regioni in cui avviene la maggior produzione: questo può portare a un aumento o ad una diminuzione – a volte anche molto significativa - dell’offerta, a fronte di una domanda stabile. I trader che vogliono focalizzarsi su questa commodity dovrebbero monitorare attentamente le condizioni meteorologiche durante la stagione in cui il grano viene seminato e cresce. I cinque maggiori produttori di grano sono: Stati Uniti, Russia, Francia, Canada e Australia. Da soli, questi arrivano a pesare circa il 60% sull’esportazione mondiale. I principali consumatori di grano al
mondo sono la Cina con un consumo annuo di 124 milioni di tonnellate metriche, l’India con 123 milioni e l’Australia che utilizza il grano per l’alimentazione del bestiame. I principali mercati al mondo sono situati negli Stati Uniti e sono 3: Chicago, Kansas City e Minneapolis. È importante conoscere questi mercati perché in ognuno di essi viene scambiata una diversa varietà di grano (future): Soft Red Winter, Hard Red Winter e Hard Red Spring.


Cacao


Una delle caratteristiche principali che rendono il cacao un’ottima scelta tra le diverse commodities disponibili è quella di essere un bene durevole con un utilizzo molto ampio. Infatti, la richiesta di cacao non è legata solo al settore del cibo, ma anche quello del benessere. Anche durante una crisi, aziende e consumatori hanno bisogno di cacao, così come vale per il caffè e lo zucchero. La volatilità del prezzo del cacao, al netto di eventi fuori dall’ordinario, non sarà mai alta come quella che si può osservare sui metalli preziosi. Gli operatori che fanno trading sul cacao devono però prestare molta attenzione ad una serie di fattori. È bene sapere che la Costa d’Avorio è il Paese da cui proviene la maggior parte del cacao, insieme a paesi dell’Africa occidentale. Ciò significa che è necessario monitorare la situazione politico-
economica di questi Paesi, quasi sempre al centro di questioni e dispute che potrebbero rendere il prezzo del cacao poco stabile. Inoltre, così come per le altre commodity agricole, eventuali condizioni climatiche avverse o problematiche legate al trasporto possono rallentare l’esportazione e la produzione. I paesi principali consumatori di cacao a livello globale sono l’Olanda, che gestisce il 13% della polvere di cacao e l’Europa, che da sola consuma il 40% del mercato. Il restante 60% viene diviso equamente tra Asia, le Americhe e l’Africa.


Soia


La soia è onnipresente nell’offerta alimentare americana. I semi di soia appaiono come farina ricca di proteine negli alimenti trasformati, olio vegetale e farina per l’alimentazione animale. Mentre la domanda di soia rimane alta in tutto il mondo, la produzione di soia ha più che soddisfatto la domanda, abbassandone quindi i prezzi. La maggior parte del consumo della soia, circa il 75%, è destinato all’alimentazione dei bestiame. Alla base, ci sono fattori come l’aumento della popolazione e lo sviluppo economico. Dall’altro lato, l’interesse commerciale maggiore è sull’olio e sulle proteine prodotte dalla soia. Il mercato della soia può essere estremamente volatile, ma allo stesso tempo può essere uno dei mercati più liquidi nel mercato dei future delle materie prime. Il rendimento annuale della maggior parte dei raccolti si basa sul meteo. Cattive condizioni climatiche prima della raccolta porteranno ad un calo dell’offerta e ad un aumento del prezzo. La siccità è il principale fattore che impatta sul prezzo della soia. I principali produttori della soia sono il Brasile, Stati Uniti, l’Argentina, la Cina e l’India. Questi paesi hanno in mano il 90% della produzione globale. Gli USA sono il primo produttore, con 108 milioni di tonnellate metriche, seguito dal Brasile con 86 milioni circa. L’Argentina segue al terzo posto con circa 53 milioni di tonnellate metriche. I principali importatori sono la Cina per il 40% della produzione e l’Europa che invece importa il 21%.


Zucchero


Quando si pensa allo zucchero vengono in mente i dolci e le bibite gassate, piuttosto che i mercati finanziari. Eppure, proprio a causa della sua enorme diffusione nell’industria alimentare è una delle commodity più scambiate al mondo. Prima della diffusione della coltivazione della canna da zucchero e delle barbabietole, lo zucchero era un lusso per pochi. Oggi, al contrario, viene ampiamente usato in tutto il mondo. Esistono due tipi di zucchero. Un tipo viene prodotto a partire dalla canna da zucchero e rappresenta la maggior parte dello zucchero scambiato al mondo, mentre l’altro viene prodotto a partire dalla barbabietola. La domanda di zucchero è in continua crescita anche perché il benessere porta a consumare maggiormente cibi e bevande zuccherate e di conseguenza questa materia prima aumenta di valore. Il future sullo Zucchero n. 11 è considerato il punto di riferimento per la negoziazione di zucchero grezzo in tutto il mondo. La produzione di zucchero è concentrata nelle aree tropicali e subtropicali, quindi i rendimenti di questa materia prima possono essere utilizzati anche come indicatore economico
per i paesi produttori. Il Brasile è il principale produttore di zucchero al mondo, seguito da India e Cina, ma la sua distribuzione non è dipende solo da questi paesi, anche in Europa e Nord America vi sono intense attività di produzione. Lo zucchero viene spesso guardato insieme all’andamento del petrolio. È correlato positivamente all’oro nero che ha un effetto traino sul suo valore. Più le quotazioni del petrolio e benzina salgono, più risulta conveniente convertire la produzione dallo zucchero al bioetanolo. La pianta delle barbabietole raggiunge solitamente la maturazione nel mese di luglio, i prezzi solitamente calano fino ad agosto e, arrivati in questo periodo, al mercato viene assicurata una nuova offerta. Lo zucchero quindi tende ad essere più forte quando il raccolto è più a rischio, dunque durante il periodo di semina, mentre risulta più debole nella fase di raccolta.


Cotone


Il cotone è una fibra naturale molto soffice che cresce in molti paesi del mondo, solitamente nelle aree tropicali e in quelle subtropicali. Trattandosi di una pianta, viene considerata una commodity essendo un tassello fondamentale dell’industria tessile e non solo. Con la rivoluzione industriale la produzione di tessuti in cotone ha sperimentato un aumento significativo e questo ha portato all’aumento del valore del cotone nelle piazze finanziarie mondiali. Per molto tempo si è tentato di sostituirlo con i tessuti sintetici, ma le sue proprietà “naturali” sono uniche e nessun altro tessuto artificiale è riuscito ad eguagliarle. La domanda globale di cotone è in continuo aumento, ma le superfici coltivabili non sono infinite, quindi gli investitori ritengono probabile una crescita costante del suo prezzo. Un indicatore macroeconomico da monitorare è sicuramente quello relativo agli ordinativi di beni non-durevoli, ovvero tutti quei beni con una vita inferiore a 3 anni. Perché? Perché il vestiario viene considerato un bene non-durevole, quindi quando gli ordinativi di beni non-durevoli aumentano, significa che aumenta la domanda per beni come: alimentari, vestiario (che viene realizzato con il cotone), prodotti di largo consumo, etc. Per quanto riguarda l’offerta, anche il cotone come ogni pianta cresce soltanto in alcune condizioni meteorologiche. Il clima quindi rappresenta la variabile più importante da considerare. I maggiori esportatori di cotone sono Stati Uniti, Brasile, India, Benin e Grecia. Questi sono responsabili per quasi l’80% del cotone esportato nel mondo. In ognuno di questi paesi, specie negli Usa, un clima secco o con eccessive precipitazioni può avere risvolti negativi molto significativi sul prezzo del cotone.

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