Elezioni USA, Covid e Brexit: cosa fare con le diverse valute? | Investire.biz

Elezioni USA, Covid e Brexit: cosa fare con le diverse valute?

05 ott 2020 - 17:30

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Il quadro politico-economico internazionale trasmette incertezza alle scelte degli investitori in ambito valutario. Un report di GS aiuta a schiarirsi le idee. Vediamolo

  • Il Dollaro USA sarà condizionato dalle elezioni americane, una vittoria di Biden potrebbe favorirne il ribasso;
  • La Sterlina è alla prova di Brexit e ne attende l'accordo per il rilancio;
  • Peso argentino alle prese con l'instabilità governativa, mentre Rublo russo e il Dollaro canadese dipendenti dai prezzi del petrolio

 

Il mondo del Forex sta cercando una linea guida attraverso cui orientarsi negli investimenti valutari. La cosa non è semplice, in quanto oggi vi stanno molti elementi di incertezza che impediscono di propendere senza esitazioni in una direzione piuttosto che in un'altra. Le elezioni presidenziali americane si avvicinano e l'esito elettorale avrà probabilmente un impatto diverso sul Dollaro USA a seconda che riesca a trionfare Donald Trump o Joe Biden. Ciò che è da attendersi di certo è un aumento di volatilità riflessa a mano a mano che si avvicina il fatidico evento.

Questa delle elezioni USA non sarà però l'unica variabile a interessare le varie divise nei prossimi mesi. Il Covid-19 e il modo in cui gli Stati riusciranno a contenerne la diffusione determinerà con ogni probabilità la stabilità dei mercati valutari, quantomeno in che misura gli investitori ricorreranno a valute rifugio come lo Yen e il Franco Svizzero. La Sterlina britannica risentirà in maniera preponderante quanto succede in tema di Brexit, ovvero se la Gran Bretagna lascerà l'Unione Europea con o senza accordo.

Sullo sfondo poi vi saranno le politiche monetarie delle Banche centrali che contribuiranno a determinare la forza delle rispettive valute. Trovare un orientamento insomma non è un semplice esercizio burocratico. A tale riguardo un'analisi di Goldman Sachs può servire come bussola negli investimenti valutari. La banca d'affari statunitense ha tracciato degli scenari che possono delimitarsi al riguardo di alcune valute, in funzione dei cambiamenti nel quadro internazionale.

 

Dollaro USA: se vince Biden alle presidenziali biglietto verde giù

Tasse e Dollaro USA non vanno d'accordo. Ne sono convinti gli analisti di Goldman Sachs che prevedono una lunga fase di indebolimento della valuta americana se alle elezioni alla Casa Bianca dovessero spuntarla i Democratici. La dimostrazione sarebbe avvenuta durante il dibattito di mercoledì scorso tra Trump e Biden.

Durante lo scambio di battute tra i due candidati il biglietto verde si è indebolito non appena il duello sembrava propendere a favore dello sfidante, mentre ha invertito rotta quando il dialogo si è spostato sui presunti brogli elettorali. Le motivazioni secondo gli esperti di Goldman Sachs sarebbero due. La prima riguarda appunto il discorso fiscale. Se Biden dovesse vincere dovrebbero aumentare le imposte alle società e questo per l'economia americana in contrazione non è una buona notizia, di conseguenza i riflessi sul Dollaro sarebbero evidenti.

La seconda fa riferimento ai rapporti tra Stati Uniti e Cina. Con il 77enne della Pennsylvania alla Casa Bianca, un maggior ammorbidimento delle relazioni geopolitiche tenderebbe a dare maggiore forza relativa a Pechino rafforzando lo Yuan e deprimendo la divisa statunitense. In tutto questo sarà importante vedere come le condizioni di salute di Donald Trump si presenteranno da qui al 3 novembre dopo il contagio da Covid avvenuto lo scorso 1° ottobre.
 

Sterlina inglese: scommettere per un accordo su Brexit

Alla fine secondo Goldman Sachs il negoziato su Brexit avrà esito positivo. Il compromesso dovrebbe arrivare all'inizio del prossimo novembre ed essere ratificato prima della fine dell'anno. La conferma arriverebbe dai progressi, seppur limitati, negli ultimi colloqui tra UE e Regno Unito nonché dalla sollecitazione da ambo le parti di intensificare il dialogo.

Attualmente il mercato starebbe mettendo sotto tiro la Sterlina per via dell'incertezza sulla situazione e perché ancora si porta dietro gli strascichi del referendum del 2016. La situazione però potrebbe definirsi presto e quindi non avrebbe più senso sottopesare la divisa di Sua Maestà, considerato anche che sarebbe improbabile che la BoE porti i tassi di interesse in territorio negativo.

 

Peso argentino: l'instabilità politica manderà a fondo la valuta

La moneta argentina è tornata al centro di una nuova instabilità valutaria. La contrarietà di un popolo senza un indirizzo specifico sta avendo il sopravvento su una classe politica poco credibile. La situazione rischia di naufragare da un momento all'altro dal punto di vista valutario, con il Governo che sta cercando di monetizzare l'enorme deficit fiscale portando a ulteriori svalutazioni del Peso.

Giovedì scorso poi la Banca Centrale della Repubblica Argentina ha deciso di consentire le fluttuazioni rispetto al Dollaro USA oltre i limiti imposti dal crawling peg. E intanto a Buenos Aires, il ritiro di Dollari americani dai depositi bancari e il deflusso di capitali continua a ritmo serrato. In ragione di tutte queste valutazioni Goldman Sachs prevede un ulteriore indebolimento del Peso e quindi un abbassamento delle stime del prezzo per i prossimi mesi.

 

Rublo: determinante sarà il prezzo del petrolio

Gli esperti della casa d'affari a stelle e strisce sottolineano come il Rublo russo abbia ottime potenzialità visto il prezzo di sconto a cui quota attualmente sul mercato delle valute. Soprattutto sul fronte delle partite correnti la Russia ha tutti i requisiti per tornare al surplus nel 2021. In questo panorama ci sono però delle incognite che andranno valutate con molta attenzione. Una tra tutte riguarda il prezzo del petrolio

La Russia, che è un peso massimo all'interno dell'OPEC +, ha sofferto enormemente gli shock petroliferi di questi mesi. Da qui in avanti sarebbe importante capire come si evolveranno i rapporti all'interno del Cartello e soprattutto se si riuscirà a trovare un accordo saldo sulle quote di produzione che eviti l'oscillazione dei prezzi che abbiamo visto di recente.

Un altro fattore da valutare riguarda le elezioni americane. I rapporti diplomatici con tra il Cremlino e gli Stati Uniti cambierebbero in funzione di chi sarà il prossimo Presidente a Washington. Biden sarebbe più propenso al dialogo, mentre un Trump rieletto continuerebbe sulla falsariga di un rapporto aspro e avveduto. È chiaro che nel primo caso probabilmente la cosa genererebbe minore turbolenza per il Rublo.

 

Dollaro canadese: tre fattori che dicono short

Il Loonie non è molto attraente. Questo si evince dall'analisi di Goldman Sachs e le ragioni possono essere le più disparate. Intanto vi è una recrudescenza del Covid-19 in Canada, cosa che fa pensare a una piena seconda ondata. In secondo luogo l'elevata volatilità dei prezzi del petrolio non giova al Paese.

Infine c'è da considerare il legame storico tra il Dollaro canadese e quello americano: a un calo dell'1% del biglietto verde corrisponde un deprezzamento dello 0,4% della divisa canadese. Quindi, visto che le aspettative per la moneta a stelle e strisce della banca d'investimento sono in ribasso, c'è da attendersi un corrispondente calo di quella di Toronto.

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