Challenger bank: cosa sono, quando nascono e come funzionano | Investire.biz

Challenger bank: cosa sono, quando nascono e come funzionano

12 apr 2021 - 18:30

06 dic 2022 - 08:41

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Attirano oltre 60 milioni di clienti nel mondo: le challenger banks offrono servizi bancari unicamente attraverso app e smartphone. Ecco tutto quello che c’è da sapere

Cosa sono e come funzionano le Challenger bank? Queste nuove banche sfidano gli istituti di credito tradizionali e che hanno conquistato i millennials, perché?

Il ruolo centrale dell’identità digitale dei clienti, l’enorme flusso di dati on-line ed offline, la regolamentazione bancaria PSD2 e le nuove società Fintech stanno trasformando il mondo della finanza creando un ecosistema interconnesso con cui le banche devono dialogare cercando i modelli di business del futuro che piacciono alle nuove generazioni.

Le "nuove" banche digitali, le challenger banks appunto, sono in realtà nate da circa 5-6 anni. Queste sono operative in tutti i Paesi occidentali, con oltre 60 milioni di clienti complessivi. Scopriamo insieme cosa sono, cosa fanno e chi sono i più grandi player del mercato.

 

Challenger Banks: cosa sono e come funzionano

Il termine Challenger Bank deriva da "challenge", ovvero “sfida” o “sfidare”: il Cambridge Dictionary definisce la challenger bank come "a new type of bank set up to compete with large, traditional, national banks", dove l'accento è sulla competizione con le banche tradizionali, in particolare con il modello di banca universale diffuso sul territorio.

Nascono nel Regno Unito: le Challenger Bank sono piccole banche al dettaglio di recente creazione che competono direttamente con le banche più consolidate nel Paese, a volte specializzandosi in aree poco servite dalle "quattro grandi" banche: Barclays, HSBC, Lloyds Banking Group e NatWest Group.

Oltre a nuovi operatori sul mercato, sono state create alcune banche sfidanti in seguito al disinvestimento da gruppi bancari più grandi (TSB Bank da Lloyds Banking Group) o alla liquidazione di una grande banca fallita (Virgin Money da Northern Rock).

Le banche si distinguono dalle banche storiche per le moderne pratiche tecnologiche finanziarie, come le operazioni solo online, che evitano i costi e le complessità del banking tradizionale. Non hanno quindi filiali fisiche, ma attirano comunque decine di migliaia di clienti, mettendo a disposizione i propri servizi unicamente attraverso app e smartphone e proprio grazie alla loro vocazione full-tech (e ai costi contenuti) attirano soprattutto i millennials.

Queste nuove banche mirano a sfidare la vecchia guardia del mondo degli istituti di credito. Sono di dimensioni particolarmente modeste, generalmente si appoggiano - almeno in parte - proprio a quelle tradizionali banche dalle quali si vogliono distinguere: gli istituti tradizionali si occupano infatti per conto delle challenger banks del deposito materiale del denaro e di tutte le operazioni burocratiche necessarie per operare, dall’antiriciclaggio alla compliance.

Non solo, le “nuove banche” si appoggiano anche ad altre imprese fintech e insurtech per offrire ai propri clienti servizi come piattaforme di investimento e di trasferimento di denaro di più facile utilizzo e personalizzabili di quelli offerti dalle banche tradizionali.

E sebbene possano sembrare molto più astratte degli istituti di credito tradizionali, le challenger banks mirano invece a instaurare con i clienti una relazione che non si limiti semplicemente al deposito o al trasferimento di denaro classici di un conto corrente, offrendo servizi a valore aggiunto e a basso costo per fidelizzare la clientela.

In Italia spiccano Hype (Banca Sella), Buddybank (UniCredit), Widiba (MPS) e Tinaba (Banca Profilo), all’estero – ma anche presenti nella Penisola - spiccano la tedesca N26 e l’inglese Revolut tra le altre.

 

Challenger Banks: differenza tra banca tradizione e digitale

Facciamo dunque chiarezza: la banca tradizionale è la banca classica che tutti conosciamo, che possiede sportelli su tutto il territorio nazionale e che spesso ha una lunga e radicata storia alle spalle.

Solitamente le banche tradizionali ad oggi offrono anche l’opportunità ai propri clienti una serie di servizi online accessibili tramite app e sito ufficiali accessibili da desktop, smartphone o tablet, che si affiancano al classico sportello.

Per queste banche l’home banking offre servizi come quelli di pagamento di mutui, F24, bonifici in ingresso ed in uscita e pagamento di bollette, multe, MAV, RAV e tasse. Il fatto che queste banche offrano servizi online alla propria clientela, non fa però di loro delle challenger banks.

Quando si parla di banca digitale invece, si indicano gli istituti di credito privi della tradizionale rete di intermediazione, ossia dei classici sportelli. La mancanza di questa rete si traduce in una diminuzione dei costi e altri vantaggi per i correntisti, come ad esempio tassi di interesse creditore più elevati sui conti deposito.

Dal momento che anche i correntisti delle banche online hanno la necessità di effettuare operazioni comuni come depositare contante o ricevere il libretto degli assegni, le banche online solitamente si avvalgono di una rete di promotori presenti su tutto il territorio italiano con i quali i clienti possono fissare appuntamenti. Quasi sempre le banche digitali hanno anche dei propri sportelli ATM grazie ai quali è possibile prelevare e versare contanti senza alcun costo di commissione.

Un vantaggio delle nuove banche digitali, che comunque è un must anche per le banche tradizionali, riguarda la sicurezza informatica. Le challenger banks usano misure di sicurezza avanzate come i sistemi di riconoscimento biometrici, il riconoscimento facciale o le impronte digitali per migliorare la privacy dei propri dati.

 

Challenger banks: i servizi finanziari disponibili

Quali sono i servizi finanziari disponibili nelle challenger banks? Dal momento che permettono ai propri clienti di utilizzare i servizi offerti solamente attraverso lo smartphone, spesso le challenger banks stringono una partnership con una banca tradizionale che funge da deposito di denaro e si occupa della conformità normativa, dei processi di vigilanza e antiriciclaggio.

I servizi che queste neo banche offrono sono conti correnti e di deposito, carte di credito e di debito, servizi base come l’invio di denaro a parenti e amici, strumenti di gestione della finanza personale che aiutano gli utenti, soprattutto quelli che hanno lacune per quanto riguarda l’educazione finanziaria a gestire al meglio i propri soldi.

Con i conti corrente online attivabili con queste nuove banche digitali, ogni utente può attraverso il proprio smartphone:

  • verificare il proprio saldo e la lista dei movimenti
  • effettuare trasferimenti di denaro in tempo reale ad altri utilizzatori del servizio
  • effettuare e ricevere bonifici tramite un vero conto corrente con IBAN europeo
  • effettuare dei trasferimenti di denaro in valute diverse
  • impostare dei propri obiettivi di risparmio attraverso la creazione di “salvadanai” virtuali
  • utilizzare la propria carta di debito, spedita al proprio indirizzo, per pagamenti e prelievi.

 

Challenger banks: le criticità del business model

Se le banche di questo tipo offrono soluzioni interessanti per i clienti moderni, sempre più fiduciosi nell'innovazione tecnologica, le challenger bank digitali vanno incontro a una serie di criticità. Le banche digitali attirano sempre più clienti ma questi solitamente non lasciano le loro banche tradizionali.

Magari si prova la nuova banca, ma la banca principale resta quella storica. Nel Regno Unito, ad esempio, nonostante la spinta regolamentare sulla trasferibilità dei conti correnti, semplificata e semi-automatizzata, i numeri restano bassi.

Il problema principale riguarda l'elevata concorrenza da parte delle banche consolidate, con molti clienti più inclini a non abbandonare la vecchia strada per la nuova, fidandosi di chi già conoscono, piuttosto che aprirsi al cambiamento.

Secondariamente, fiducia e sicurezza restano dei capisaldi della mentalità di gran parte dei clienti, specialmente dopo le violazioni subite da alcune banche consolidate. E ancora, gli stringenti requisiti normativi circa il capitale che si può detenere relativamente ad alcuni asset possono avere implicazioni sulle prospettive di crescita.

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