I certificati Recovery Top Bonus sono strumenti molto interessanti in quanto consentono di conciliare rendimento e protezione. La Banca francese ha deciso di puntare forte su sottostanti italiani in questa nuova emissione che comprende 14 nuovi certificati.
I sottostanti tra cui scegliere sono 7: Banco BPM, Enel, Eni, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Stellantis ed Unicredit.
Per ogni sottostante l’emittente ha previsto due possibili scadenze: dicembre 2023 o giugno 2024. Per questa tipologia di certificato la data di valutazione finale ricopre un ruolo determinante: infatti la barriera è discreta e quindi si osserva solo alla fine della vita utile del prodotto e determina il valore del rimborso.
In caso di violazione della stessa la performance sarà infatti negativa e commisurata alla performance del sottostante rispetto allo strike price. Nel caso in cui invece il sottostante fosse sopra la barriera il rimborso sarebbe pari a 100 Euro lordi con un profitto certo per l’investitore. Questi prodotti infatti vengono quotati ad un prezzo inferiore ai 100 Euro (indicativamente tra gli 85 ed i 90 Euro ed è proprio da questo valore che parte la base di calcolo sia del rendimento potenziale ma anche dell’eventuale rimborso a scadenza).
Ad un occhio attento, guardando la gamma, non sarà sfuggito come la Banca Francese abbia deciso di prezzare i prodotti. Per le scadenze più lontane nel tempo i rendimenti sono più elevati e le barriere più profonde. Il motivo è dovuto al fatto che scadenze più lontane implicano un maggior numero di stacchi di dividendi ed un maggior rischio che viene compensato appunto da barriere più basse e bonus più alti.
Un caso concreto
Tra i prodotti della gamma proposta da SG abbiamo individuato il certificato identificato dall’ISIN DE000SN83KX7 avente come sottostante Intesa Sanpaolo. Questo certificato con scadenza a fine 2023 ha uno strike price bassissimo (1,69 Euro) se paragonato ai prezzi attuali dell’azione. La Barriera è posta ad 1 Euro ed a nostro avviso è sufficientemente profonda anche per un investitore con una bassa propensione al rischio.
Il rendimento potenziale è buono e consentirebbe di compensare le eventuali minusvalenze entro la fine del 2023, cosa che invece non succederebbe per chi decidesse di acquistare l’azione ingolosito dal lauto dividendo atteso.
L’attuale contesto di mercato, in recessione, fa si che difficilmente il mercato azionario possa riprendersi con forza nel giro di un solo anno e quindi molti investitori potrebbero incorrere in delle perdite. L’investimento su prodotti di questo tipo consente di ottenere un rendimento asimmetrico rispetto al mercato. Infatti se Intesa Sanpaolo dovesse scendere anche del 40% rispetto ai prezzi attuali l’investitore riceverebbe comunque un rendimento positivo intorno al 10%.
Tutto questo senza contare il fatto che in uno scenario di tassi in crescita proprio il comparto bancario potrebbe essere uno dei settori capace di mostrare maggior resilienza. L’unica insidia a nostro avviso potrebbe arrivare dal numero crescente di crediti incagliati e di sofferenze.
Intesa Sanpaolo resta tuttavia la miglior Banca Italiana a giudizio di chi scrive e pertanto dovrebbe essere in grado di restare sopra 1 Euro di valutazione. Nel malaugurato caso in cui Intesa Sanpaolo tra 15 mesi dovesse aver perso quasi la metà del suo valore l’investitore potrebbe switchare il suo investimento dal certificato al sottostante che a quel punto dovrebbe essere sottovalutato e sotto pressione.
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