Covid-19: come sarà il mondo della finanza dopo la pandemia? | Investire.biz

Covid-19: come sarà il mondo della finanza dopo la pandemia?

03 ott 2020 - 09:00

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Cosa succederà all'economia post-Covid? Quali saranno gli asset preferiti dal mercato? Vediamo cosa successe dopo la Grande Carestia irlandese e l'influenza spagnola

  • La Grande Carestia irlandese fece alzare i tassi obbligazionari e il prezzo dell'oro;
  • Dopo l'influenza spagnola le compagnie di assicurazione fecere grandi guadagni grazie al calo del tasso di mortalità;
  • Il mondo finanziario si è comportato in maniera diametralmente opposto con le due epidemie

 

La domanda che tutti gli investitori si fanno è: quale saranno le conseguenze nel mondo finanziario della pandemia da Coronavirus? Si possono abbozzare delle previsioni sulla base di diversi scenari, ma al momento risulta pressoché impossibile tracciare un profilo attendibile di quello che sarà il futuro degli investimenti nel medio e lungo termine. Se non altro perché non si hanno degli elementi rassicuranti che ci indicano, al di là di ogni ragionevole dubbio, quando l'incubo epidemico possa definitivamente tramontare.

Così potrebbe servire d'aiuto un excursus storico per vedere come il mondo finanziario si è comportato dopo alcuni eventi che hanno segnato una svolta epocale nelle condizioni economiche e sociali di intere popolazioni. Oggi prendiamo in esame due grandi fatti drammatici: la carestia irlandese del 1845 e l'influenza spagnola del 1918.


Grande Carestia irlandese: milioni di morti per le patate

La Grande Carestia irlandese colpì in pieno l'isola d'Irlanda tra il 1845 e il 1849 e fu determinata da una strana patologia delle patate che distrusse un terzo del raccolto nel 1845 e l'intero raccolto l'anno successivo.

La patata era diventata negli anni il principale alimento per il popolo irlandese, al punto che si rendeva necessaria per il sostentamento delle persone. Il diffondersi dell'epidemia provocò la morte di un milione di persone e altrettante furono costrette a scappare dall'Irlanda.

L'esodo di massa ebbe un'escalation nel 1846, in cui intere popolazioni migrarono verso gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Galles. Le malattie derivanti dalle cattive condizioni di salute generarono epidemie nei luoghi di permanenza e a poco servirono i tentativi dei Paesi locali di istituire qualsiasi forma di quarantena. Gli ospedali impazzirono in quanto le strutture non erano più in grado di assistere l'enorme afflusso di persone, ammalate soprattutto di tifo e con febbre altissima.

Da un Paese florido, l'Irlanda si trasformò ben presto in uno Stato in ginocchio dal punto di vista economico. In quel periodo il primo riflesso che si ebbe fu l'innalzamento dei tassi sul mercato obbligazionario. Per far fronte alla carestia, il Governo irlandese doveva ricorrere ai prestiti, ma la vicina Gran Bretagna non aveva il privilegio di stampare moneta in maniera illimitata, in quanto la valuta era legata alle riserve aurifere. Inoltre il Regno Unito era reduce da due guerre che dal punto di vista finanziario l'avevano debilitata.

Mentre si creava il problema dei soccorsi irlandesi e di dove riuscire a recuperare i soldi, gli investitori decisero di essere pagati in oro e non in strumenti cartacei. Questo generò un innalzamento della domanda del metallo giallo e quindi un incremento delle quotazioni. Politicamente l'Inghilterra fu accusata di genocidio e i rapporti con l'Irlanda continuarono ad essere tesi per quella vecchia storia fino ai giorni nostri.

 

L'influenza spagnola: la peggiore delle epidemie

L'influenza spagnola fu la più grande pandemia di tutta la storia dell'umanità, causando tra il 1918 e il 1920 circa 50 milioni di morti e 500 milioni di infettati. L'anomalia di quel virus fu che stroncava soprattutto giovani e adulti precedentemente sani e non solo persone anziane con un sistema immunitario indebolito.

Le aspettative di vita si ridussero brutalmente con l'insorgere del contagio. La speranza di vivere diminuì addirittura di 12 anni. All'inizio tutto questo recò un danno enorme per le assicurazioni sulla vita, ma da un punto di vista economico-finanziario si rivelò poi un fattore vincente.

Infatti in quegli anni la domanda di assicurazione aumentò a dismisura, raggiungendo un picco nel 1919. Ma a partire dal 1920 il tasso di mortalità si abbassò drasticamente e le imprese di assicurazione videro moltiplicare i profitti. In Borsa le azioni del settore assicurativo recuperarono in breve tempo tutte le perdite che avevano conseguito negli anni in cui infuriava la pandemia.  Inoltre le compagnie di assicurazione seppero organizzarsi e integrarsi, assorbendo in questo modo gli effetti nefasti dell'influenza spagnola.

 

Covid-19: cosa ci insegnano le due epidemie

La differenza tra le due epidemia fu proprio dal punto di vista finanziario. Mentre con la carestia irlandese il mondo finanziario ha ingigantito una tragedia storica, con l'influenza spagnola i mercati finanziari sono riusciti a ridurre al minimo i danni.

Questo può servire da riferimento per valutare gli effetti del Covid-19. Fino a questo momento probabilmente la finanza internazionale si è comportata in maniera più simile a come si comportò con la Spagnola.

Probabilmente la reazione energica dei Governi e delle Banche centrali ha acquietato il mondo finanziario impedendogli di deflagrare al cospetto di una tragedia che dal punto di vista economico lascerà gli strascichi ancora per tantissimi anni.

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