ENI: nuova scoperta in Egitto, per analisti azioni da comprare | Investire.biz

ENI: nuova scoperta in Egitto, per analisti azioni da comprare

01 lug 2020 - 17:10

27 ago 2020 - 23:01

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Continuano le esplorazioni del Cane a sei zampe nonostante il calo della domanda di greggio. In Egitto scoperto Bashrush, nuovo pozzo ad alta condensazione.

  • Insieme ai partners BP e Total, ENI scopre un nuovo giacimento di greggio e a breve avvierà la messa in produzione;
  • La crescita della domanda di petrolio, la riduzione dell'output da parte dei Paesi produttori e la ripresa della CIna sono i principali fattori di un miglioramento delle condizioni del settore oil;
  • Secondo gli analisti il titolo ENI è da inserire nel portafoglio d'investimento.

 

Titolo ENI protagonista oggi a Piazza Affari. Dopo un buon inizio che aveva portato le quotazioni azionarie a crescere di oltre l'1%, vi è stata un'inversione di tendenza complice anche il sentiment negativo oggi nel listino milanese. In questo momento il titolo perde lo 0,42%. Lo sprint iniziale è stato dettato dalla scoperta di un pozzo esplorativo, Bashrush, in 22 metri di profondità nelle acque convenzionali egiziane del Delta del Nilo. Il fatto confermerebbe l'altissima potenzialità di presenza di gas e condensati in quella zona.

La società guidata da Claudio Descalzi, insieme a BP e Total, avvierà rapidamente la messa in produzione. Ovviamente il Cane a sei zampe non si ferma qui. Ora ha in progetto la perforazione di un altro pozzo di petrolio, il Nidoco NW-1 DIR, che si trova nell'Abu Madi West. Nonostante la crisi che ha attraversato tutto il settore petrolifero, quest'anno in Egitto ENI ha prodotto attraverso la IEOC Production BV circa 280 mila barili di petrolio al giorno.

 

ENI: perché c'è ottimismo nel settore petrolifero 

Oltre alla scoperta dei giacimenti di petrolio in Egitto, vi sono altri fattori che fanno guardare al futuro con maggiore serenità e che potrebbero rappresentare per ENI un trampolino di lancio importante.

Intanto vi è il fatto che la Cina si sta avviando verso una fase di ripresa importante, come dimostrano ad esempio gli ultimi dati rilasciati nella notte sull'indice manifatturiero PMI dato a 51,2, oltre il 50,5 del consensus. Questo dato è importante perché indica un livello di espansione dell'economia cinese, alla luce del fatto che il Dragone è il più grande importatore di petrolio al Mondo.

Inoltre i dati sulle scorte di greggio che arrivano dagli Stati Uniti sono confortanti. L'API ha rilevato una diminuzione di 8,2 milioni di barili, il che dà un segnale che i centri di stoccaggio si stanno lentamente svuotando. Oggi invece verranno pubblicati i dati rilasciati dall'EIA e le attese sono per una diminuzione di 710 mila barili a fronte di 1,442 milioni del mese precedente.

Infine c'è da segnalare che l'OPEC ha finora mantenuto le promesse di ridurre l'offerta di oro nero sul mercato. Infatti nel mese di giugno il Cartello ha prodotto in media 22,62 milioni di barili giornalieri, ovvero 1,92 milioni in meno rispetto a maggio e il livello più basso degli ultimi 20 anni. Questo fa ben sperare che i Paesi produttori rispettino i patti sulle quote, sanciti nell'ultima riunione ufficiale. A partire da questo mese l'output complessivo dovrebbe essere ridotto di 11 milioni di barili al giorno e la cosa dovrebbe permettere soprattutto alle shail oil americane di smaltire le scorte di greggio accumulate durante i mesi di lockdown.

 

Azioni ENI: il titolo è da comprare?

Secondo Goldman Sachs non ci sono dubbi: le azioni ENI sono da comprare. La banca d'affari americana ha inserito il Cane a sei zampe tra le principali azioni da mettere in portafoglio, con un prezzo obiettivo di 12 euro dagli 8,45 attuali. Gli analisti ritengono che l'ente petrolifero stia piano piano mutando pelle per via dei grandi successi conseguiti nell'esplorazione dei pozzi, come dimostra la notizia di stamane, ma anche grazie alle cessioni effettuate e ai progetti con le start-up. Questo certamente porterà a parere degli esperti a un ritorno maggiore in termini di redditività.

Al consiglio di Goldman Sachs sull'acquisto si unisce quello di Equita SIM che vede le azioni ENI in crescita fino a un prezzo di 11 euro. Questo sebbene vi è un punto oscuro che è quello delle svalutazioni degli assets. Infatti dopo BP e Oxy, anche Shell si accinge ad effettuare nel secondo trimestre tagli tra i 15 e i 22 miliardi. Tali svalutazioni avvengono sia per effetto di un calo della domanda, soprattutto nel settore del gas, ma anche per via dei tassi di interesse di attualizzazione più bassi dei costi di ripristino e bonifica dei giacimenti. Secondo la SIM milanese l'impatto per il Cane a sei zampe di un'eventuale svalutazione sarà di 2-2,5 miliardi se il prezzo del petrolio si dovesse mantenere intorno ai 55-60 dollari nel lungo periodo.

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