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Continua sfrenata la corsa al bene rifugio per eccellenza. Gli investitori sono preoccuparti per una nuova ondata di contagi da Coronavirus;
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Goldman Sachs scommette sul metallo giallo e prevede una crescita del prezzo fino a 2.000 dollari grazie anche alla debolezza del dollaro USA nei prossimi tempi;
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UBS individua i titoli più promettenti legati al metallo prezioso e quelli di cui ne sconsiglia l'acquisto.
L'oro continua a vivere una fase di mercato estremamente positiva. Anche oggi sul mercato delle materie prime ci sono acquisti del metallo giallo che spingono il prezzo alla soglia di 1.800 dollari l'oncia, sui massimi dal 2012. Gli investitori temono una recrudescenza delle condizioni economiche dovute al Coronavirus e cercano porti sicuri. Questo nonostante le Banche Centrali stiano facendo di tutto per sostenere le quotazioni degli assets più esposti al rischio e le Borse si siano riprese egregiamente dopo lo shock pandemico di marzo.
Goldman Sachs: oro a 2000 dollari l'oncia entro 12 mesi
Oltre quello legato alla paura legata al Coronavirus, Goldman Sachs attribuisce all'incremento della domanda di oro altri due fattori. In primis il calo dei prezzi e dei tassi reali, cosa che nelle prime fasi di una ripresa economica spinge inevitabilmente verso la domanda del metallo prezioso. In secondo luogo il valore del Dollaro americano: un biglietto verde più debole accrescerebbe il potere d'acquisto dei Paesi emergenti come l'India che è tra i principali consumatori mondiali di oro.
Tutto questo però sarebbe legato a doppio filo con l'inflazione. Se grazie alle politiche della FED i prezzi saliranno oltre il target del 2% voluto dall'Istituto Centrale, a quel punto la domanda di oro sarà destinata a crescere in maniera progressiva. I segnali si sono avuti chiaramente in questo primo scorcio del 2020, con un incremento della richiesta di monete d'oro del 30% e un aumento degli ETF con sottostante il metallo giallo del 20%. Per tutto queste ragioni gli analisti di Goldman Sachs vedono il Gold a 2.000 dollari entro un anno.
Oro: quali azioni comprare e quali evitare?
A giudizio degli analisti di UBS gli investimenti in oro, o nelle società quotate legate alla materia prima, non sono tutti uguali. Pertanto la banca svizzera traccia un elenco dei titoli da inserire in portafoglio e ne individua qualcuno da non considerare. Tra le azioni da comprare troviamo:
Newcrest Mining. Società australiana specializzata nell'esplorazione, sviluppo, estrazione e vendita di oro, nonché di concentrato di oro e rame. Quotato sia alla Borsa di Sidney che a quella di Francoforte, il titolo azionario ha recuperato le perdite dettate dallo shock del Coronavirus e si mantiene stabile rispetto alle quotazioni dell'anno scorso. In questo momento ha una capitalizzazione di 16,6 miliardi di dollari USA e distribuisce un dividendo di 0,33 dollari per azione. UBS vede un target price di 24,5 dollari australiani, in rialzo del 20% rispetto a quello attuale.
Oceanagold. Multinazionale operativa nelle Filippine, in Nuova Zelanda e negli Stati Uniti, si occupa di estrazione dell'oro di livello medio. La società è quotata a Sidney, ma anche a Toronto e Francoforte. Attualmente capitalizza 1,3 miliardi di dollari USA e il titolo ha un rendimento cedolare di zero per il 2020 e 1,9% per il 2021. Il prezzo obiettivo di UBS è 3,8 dollari australiani, quindi con una potenzialità di crescita del 36%. Da un anno a questa parte il titolo perde circa il 25%, ma ha recuperato pienamente la fase critica del mese di marzo.
Regis Resources. Altra società australiana emergente di produzione ed esplorazione di metallo giallo. Il titolo presenta un buon rendimento cedolare, ossia 3,2% per quest'anno e il prossimo; ragion per cui UBS consiglia di comprare fino a 4,4 dollari australiani (+26,6% dalle quotazioni attuali). Il valore azionario è in costante crescita e sembra proiettato verso i massimi storici raggiunti a luglio 2019. In questo momento la capitalizzazione di mercato è di 1,8 miliardi di dollari USA.
Barrick Gold. Compagnia canadese che è anche la più grande società di estrazione dell'oro al mondo. Le sue attività minerarie si estendono in ogni parte dell'America Latina e del Centro-Nord America, oltre ad avere una presenza costante in Arabia Saudita, Zambia e Australia. Quotate a Toronto, le azioni della società hanno avuto una straordinaria crescita nell'ultimo anno, mettendo a segno un +62%, con una capitalizzazione di 43,5 miliardi di dollari USA. Titolo da inserire nel portafoglio, per gli esperti dell'istituto svizzero, con un target di 28 dollari USA, che significa +14% dalle quotazioni di questo momento. Anche perché il titolo ha un rendimento cedolare dell'1,2% per il 2020, destinato a crescere all'1,4% nel 2021.
Viceversa, tra i titoli di cui invece sarebbe meglio liberarsene UBS consiglia:
Evolution Mining. Società che si occupa dell'estrazione dell'oro con attività nell'Australia Occidentale. Quotato a Sidney, l'equity ha rendimento cedolare del 2,9% nel 2020, che scende all'1,8% nel 2021. In questo momento capitalizza 6,1 miliardi di dollari americani. Sulla piazza australiana le azioni Evolution Mining sono in rally dal 2015, ma UBS ne consiglia la vendita con un prezzo obiettivo di 3,4 dollari australiani.