È stata una nuova seduta positiva sui mercati azionari del Vecchio Continente, che hanno terminato la seconda seduta della settimana in generale rialzo. In questo contesto il FTSE Mib si conferma sopra la soglia dei 34.000 punti, oltre i quali sono possibili ulteriori apprezzamenti prima in direzione dei 34.300-34.350 punti e successivamente verso i 34.500 punti, che rappresentano i massimi della scorsa settimana.
Tra i titoli che in giornata hanno visto un aumento della volatilità troviamo Ferrari, con l'azienda che in tarda mattinata ha comunicato i dati del primo trimestre. Andiamo a scoprirli nello specifico.
Ferrari: +19% l'utile nei primi tre mesi
Nelle scorse ore il cavallino rampante ha comunicato i dati dei primi tre mesi dell'anno in corso, che sono stati caratterizzati da ricavi e profitti cresciuti a doppia cifra e consegne stabili. Un risultato ottenuto grazie a un mix prodotti e geografico ancora più forte, oltre al maggior contributo delle personalizzazioni, che fanno in modo all'azienda di seguire l'esecuzione del proprio piano industriale.
Nello specifico nel corso del trimestre l'utile netto ha visto una crescita del 19% attestandosi a 352 milioni di euro, con un utile per azione che passa dagli 1,63 agli attuali 1,92 euro. Nel corso del periodo i ricavi hanno visto un aumento dell'11% a 1,585 miliardi di euro, con le consegne che si sono attestate sugli stessi livelli di 12 mesi prima a 3.560 unità. Quest'ultime sono state trainate dalla famiglia 296, dalla Purosangue e dalla Roma Spider, in fase di accelerazione delle consegne. Nella gamma prodotti del trimestre sono compresi nove modelli con motore a combustione interna e quattro modelli a motore ibrido, che hanno rappresentato rispettivamente il 54% e il 46% delle consegne totali.
Per quanto riguarda le aree geografiche da sottolineare la crescita del 20% che si è avuta in Cina, Taiwan e Hong Kong. Per quanto riguarda l'Ebit ha visto un aumento del 15% a 442 milioni di euro, con un margine in rialzo di 100 pb al 27,9%, mentre l'Ebitda passa dai 537 milioni dello stesso periodo del 2023 agli attuali 605 milioni di euro, con un margine al 38,2% rispetto al precedente 37,6%. Da sottolineare che nel corso del trimestre i costi industriali e i costi di ricerca e sviluppo hanno evidenziato un incremento di quasi 29 milioni di euro, dovuto in particolar modo alle maggiori spese per l’innovazione e all’aumento degli ammortamenti. Alla fine di marzo la società ha registrato per la prima volta una posizione di liquidità netta industriale pari 38 milioni di euro, rispetto a un indebitamento netto industriale di 99 milioni di euro che si aveva alla fine dello scorso anno.
Nel corso della presentazione dei dati il Gruppo guidato dall'Ad, Benedetto Vigna, ha confermato la guidance sull'anno in corso. Nel dettaglio i ricavi dovrebbero essere superiori ai 6,4 miliardi di euro, con un utile per azione superiore ai 7,5 euro rispetto ai 6,9 euro che si sono avuti nel 2023.
Azioni Ferrari: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere come si è comportata l'azione nella seduta odierna. È stata una giornata volatile per il titolo Ferrari che, con volumi in deciso aumento rispetto alla media giornaliera mensile, ha chiuso le contrattazioni in area 380 euro con un ribasso superiore al 4%. Nel breve periodo tutte le fasi correttive che dovessero riportare l'azione in direzione dei 375 euro, minimi degli ultimi due mesi, potrebbero essere lette come delle occasioni di acquisto. Dal punto di vista operativo la tenuta di tali supporti dovrebbe riportare gli acquisti, con un primo obiettivo situato sui 400 euro e successivamente i massimi di sempre posti nei pressi dei 405-409 euro. Nel caso in cui tali livelli dovessero essere messi alle spalle, si avrebbe un deciso ed ulteriore rafforzamento del trend ascendente in direzione dei 425-430 euro e a seguire verso la soglia dei 450 euro.
Al contrario la perdita dei 375 euro dovrebbe aprire la strada ad una fase correttiva più profonda, con un primo obiettivo situato sui 365 euro e a seguire i 350 euro. Nel caso in cui questi supporti dovessero essere persi, le quotazioni dovrebbero andare a mettere sotto pressione i 330 euro, dove transita la trendline ascendente che parte dai minimi del dicembre 2022 e congiunge i minimi dello scorso mese di settembre. L'eventuale violazione di tali livelli andrebbe ad indebolire il trend primario, aprendo di conseguenza le porte ad ulteriori discese fin verso i 300 euro, che rappresentano gli ex massimi di ottobre del 2023.
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